Vittoria! Dopo aver rotto le scatole a mezza Camera con la storia dei prepensionamenti a 50 anni ai militari (con Pietro Ichino che ha fatto altrettanto al Senato), la Commissione Difesa della Camera ha dato parere negativo al comma dello schema di decreto del Ministro della Difesa Mauro che prevedeva, appunto, “l’esenzione dal servizio” a 50 anni con l’85% dello stipendio.
Sono veramente molto contenta. È bello vedere che tanto lavoro, tanta energia non sono andati sprecati. Adesso il ministero non potrà non tenere conto di questo parere.
Di seguito riporto la storia di questo impegno, in cui spiego in maggior dettaglio la misura che ho cercato di contrastare, a partire dall’emendamento che avevo proposto alla Legge di Stabilità (bocciato dal Governo), all’ordine del giorno presentato in Aula (bocciato dagli altri partiti di maggioranza).
CRONACA DI UNA PICCOLA GRANDE BATTAGLIA PARLAMENTARE
14 Dicembre 2013. Ho presentato un emendamento sul trasferimento dei militari in esubero alle forze di sicurezza, discusso oggi in Commissione Bilancio. Nonostante le resistenze di alcuni pezzi della maggioranza, noi non molliamo!Ecco contenuto e motivazioni dell’emendamento:
Il comma 309 della legge di stabilità stabilisce nuove assunzioni nel comparto della sicurezza, in deroga alle norme vigenti. Ciò comporterà notevoli spese. Nel frattempo però, noi abbiamo quasi trentamila militari in esubero, che dovremo in qualche modo sistemare nei prossimi anni.
Il Ministero della Difesa ha proposto di prepensionare questi militari a 50 anni, con l’85% dello stipendio. Con questo emendamento invece propongo di utilizzare questi esuberi, previa opportuna formazione ove necessaria, per coprire le necessità del comparto sicurezza.
Motivazioni dell’emendamento e approfondimento della vicenda “militari”:
In Italia il 70% del budget della difesa è dedicato al personale contro una media UE del 51%. Il ruolo dei militari prevede attualmente circa 190.000 persone. In realtà, gli effettivi sono oggi 177.300. Secondo la legge n. 244/2012, entro il gennaio 2025 essi dovranno ridursi a 150.000.
L’obiettivo è dunque di ridurre questo organico in dodici anni di circa 27.300 unità.
Questo significa che nei prossimi anni dovremo gestire quasi 30 mila persone. Allo stesso tempo però prevediamo assunzioni in un comparto come quello della sicurezza dove il personale militare potrebbe essere utilmente impiegato. Già questo dovrebbe farci riflettere. Ma la situazione è ancora più grottesca se guardiamo a cosa accadrà a questi 30 mila esuberi..
Gli schemi di decreto prodotti dal Ministero della Difesa, attualmente al vaglio delle commissioni difesa del Parlamento, propongono una sorta di “prepensionamento” a 50 anni ricevendo l’85% dello stipendio e avendo per giunta la possibilità di fare altri lavori e consulenze senza cumuli di reddito ai fini IRPEF.
Questo non può essere accettabile, così come non può essere accettabile aprire assunzioni in un comparto della Pubblica Amministrazione quando in un altro ci siano migliaia esuberi di personale qualificato:
-è contrario alle logiche di mobilità del lavoro interne alla PA (mai attuate veramente!),
-è contrario alle logiche della spending review che pure amiamo citare ad ogni piè sospinto,
-ed è contrario alle logiche dell’allungamento dell’età pensionabile che abbiamo applicato ai cittadini.
Con quale coraggio andiamo a garantire questi esuberi con delle tutele che non hanno eguali nella società italiana per nessuna categoria (i militari erano già stati esentati dalla Fornero), imponendo misure che comporteranno COSTI DOPPI alla società: milioni di euro per tenere a casa personale qualificato, ancora giovane e operativo, e d’altro lato milioni di euro per assumere nuovo personale nel comparto sicurezza dove il personale militare potrebbe utilmente essere impiegato – anche se magari con un pò di formazione.
Ecco, con questo emendamento noi vogliamo applicare sul serio, le logiche della mobilità del personale, della spending review, dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla crisi e ai trattamenti previdenziali e di sostegno al reddito. Cogliendo gli esuberi militari come opportunità per rafforzare a costo zero il comparto della sicurezza.
17 Dicembre. Il Governo ha dato parere contrario al mio emendamento sul’utilizzo dei militari in esubero per coprire le esigenze di rafforzamento delle Forze di Sicurezza.
20 Dicembre.Non potendo ripresentare l’emendamento in aula, l’ho trasformato in un “ordine del giorno” (odg) ovvero un atto che, se accolto dal governo, lo impegna (dovrebbe) a prendere misure per dare attuazione a quanto richiesto.
Essendo meno vincolanti di un emendamento, In genere il governo accetta oppure propone una riformulazione dell’impegno e conseguentemente accetta. In altri casi, ma piu raramente, da’ parere contrario. Il deputato proponente a quel punto può accettare il “verdetto” oppure chiedere il voto dell’aula: se l’aula approva, allora l’odg e’ vincolante anche se il governo ha dato parere contrario.
Ebbene, sul mio odg ha dato parere contrario. Non mi hanno neanche chiesto una riformulazione che magari ammorbidisse la richiesta ma facesse salvo il principio, ovvero quello della mobilità interna della pubblica amministrazione in ottica di risparmio e spending review. Solo parere contrario. A quel punto ho chiesto che venisse messo ai voti, per vedere l’orientamento dei colleghi (molti dei quali amano citare la riorganizzazione della PA e la spending review..).
Risultato: odg bocciato con 164 voti favorevoli, 274 contrari, 17 astenuti. Hanno votato a favore: Scelta Civica, Sel, M5S, Forza Italia, due del gruppo misto. Il Pd ha votato compattamente contro, tranne 3 deputati: Ivan Scalfarotto, Francesco Ribaudo e Giovanna Martelli.
Considerato che in genere chi va alla votazione ottiene solo i voti del proprio gruppo (a volte nemmeno quelli!), il fatto di essere comunque riuscita ad avere il supporto di buona parte del parlamento mi pare un risultato politico interessante. Peccato che gli alleati di governo abbiano assunto, su questo punto, una posizione di muro totale, tranne i tre colleghi PD che ringrazio per l’appoggio.