IMPRESE

Quello dello sviluppo economico e delle imprese è stato uno dei temi chiave della mia attività di studio, ricerca e insegnamento prima di entrare in Parlamento, ed ho continuato a seguirlo anche nella mia attività parlamentare.
Mi sono concentrata su due aspetti a mio avviso cruciali per le imprese:
1) da un lato l’accesso al credito e al capitale – fondamentale per le piccole e medie imprese soprattutto nelle fasi di crisi,
2) dall’altro quello degli incentivi, occupandomi della trasparenza nei meccanismi di erogazione e della valutazione della loro efficacia. Ogni anno in Italia, vengono spesi miliardi di euro in agevolazioni fiscali, sussidi, incentivi e contributi a fondo perduto destinati alle imprese. Nella maggior parte dei casi non è possibile neppure ricostruire un quadro preciso dei costi e benefici di queste misure. Per questo ho insistito molto, nel mio lavoro, sul tema della trasparenza e della valutazione dei finanziamenti alle imprese.

FINANZA PER LA CRESCITA

1)   ACCESSO AI CAPITALI: DOCUMENTO SU FINANZA PER LA CRESCITA

Documenti su Finanza per la crescita

Uno dei principali problemi delle imprese italiane è la difficoltà di accesso al credito bancario, soprattutto dopo la crisi ed il “credit crunch”. Tuttavia è difficile risolvere questo problema agendo solo sulle banche: il credito bancario è regolato da rigide normative europee che vanno e andranno sempre più restringendosi, a difesa della stabilità dei sistemi economici e dei cittadini (abbiamo visto gli effetti devastanti del credito facile degli anni passati). Occorre ampliare l’orizzonte ed impostare la questione su basi nuove. I debiti non sono l’unico modo di finanziare investimenti e crescita aziendale. Anzi. Quella del ricorso al credito/debito è una peculiarità del sistema italiano, in cui piccoli e medi imprenditori sono diffidenti verso ogni apertura al mercato e a nuovi soci. Ma come creare un solido mercato di capitali per le nostre imprese? Per rispondere a questa domanda ho condotto un approfondimento coinvolgendo investitori, operatori finanziari ed esperti della materia e ho analizzato alcuni sistemi stranieri. Ne è nato un documento condiviso con il gruppo parlamentare del Partito Democratico, presentato all’iniziativa “Cantiere Stabilità”, organizzata dal vicepresidente della Commissione Bilancio on. Fanucci, ed alcune proposte per la Legge Stabilità 2015.

PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO

2) EMENDAMENTI E NASCITA DEI PIR (Piani Individuali di Risparmio)

Dal documento di approfondimento e dalla condivisione del tema e delle proposte sono nati alcuni emendamenti presentati già nella Legge di Stabilità 2015 con i quali proponevo di introdurre, sul modello del sistema francese ed inglese, incentivi e strumenti per la raccolta di capitali da veicolare verso le piccole e medie imprese italiane.

Piani Individuali di Risparmio

Risultati: Gli emendamenti non sono stati accolti subito, ma, continuando l’opera di informazione, incontrando membri del Governo, consiglieri di Palazzo Chigi e altri colleghi deputati e senatori interessati all’argomento, il tema è progressivamente diventato centrale nel dibattito, finché le proposte avanzate sono state recepite nella Legge di Bilancio 2017. Con questa legge sono stati istituiti i cosiddetti “PIR” ovvero “Piani Individuali di Risparmio”. I PIR sono stati creati come forma di investimento a medio termine, capace di veicolare i risparmi verso le imprese italiane, e in particolare verso le piccole e medie imprese. Dopo appena un anno i PIR avevano già attratto e convogliato sulle imprese investimenti per oltre 10 miliardi. Risultati che hanno spinto il Governo a rafforzare questa misura nella Legge di Bilancio 2018.

TRASPARENZA NELL'EROGAZIONE DI FONDI ALLE IMPRESE

3)  INCENTIVI ALLE IMPRESE: PRIMA INTERPELLANZA URGENTE SU INVITALIA

Dopo una serie di approfondimenti sul sistema degli incentivi alle imprese in Italia mi sono accorta che Invitalia, l’Agenzia che gestisce ed eroga tali agevolazioni alle imprese, non presentava regolarmente al Parlamento le relazioni annuali sulle proprie attività. L’ultima che aveva presentato si riferiva al 2011 (e la precedente relazione era del 2006, quando Invitalia era ancora “Sviluppo Italia”). Né era possibile rintracciare informazioni dettagliate sui fondi erogati e i progetti finanziati da documenti pubblici e ufficiali. Nel luglio 2014 ho quindi presentato un’interpellanza urgente per sollecitare la presentazione di tale relazione e chiedere una maggiore trasparenza sulle attività svolte, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti “contratti di sviluppo” – strumenti che nei soli quattro anni tra settembre 2011 e dicembre 2014 hanno erogato quasi due miliardi di agevolazioni ad alcune imprese scelte dall’Agenzia stessa. Nell’interrogazione chiedevo inoltre che venissero effettuati studi d’impatto sui fondi erogati. Qua il testo dell’interpellanza luglio 2014.

Risultati: Il 9 dicembre 2014 Governo ha modificato la normativa sui contratti di sviluppo introducendo l’applicazione di sanzioni per il mancato rispetto delle scadenze relative alle comunicazioni periodiche delle attività svolte, ed introducendo la possibilità di revocare i finanziamenti erogati a fronte di inadempienze delle aziende sul fronte della tutela occupazionale. Inoltre, dal 2015, l’azienda ha iniziato a pubblicare i propri bilanci online.

VALUTAZIONE D'IMPATTO DELLE AGEVOLAZIONI ALLE IMPRESE

4)  SECONDA INTERROGAZIONE SULLA TRASPARENZA DI INVITALIA

Nonostante le modifiche normative, ad inizio 2015 Invitalia non aveva ancora presentato alcuna relazione al Parlamento sulle proprie attività, nonostante le molte iniziative avviate nel 2014. Per questo motivo a marzo 2015 ho presentato una interrogazione in Commissione dove sollecitavo ulteriormente la presentazione della relazione e di più puntuali dati per una più efficace opera di monitoraggio, incluso analisi e valutazioni sull’impatto degli interventi effettuati dall’Agenzia.

Risultati: Il 29 settembre 2017 ha trasmesso alla Camera la Relazione sulle attività del 2015. Purtroppo né la Relazione annuale né i dati dei bilanci sono sufficienti ad effettuare alcuna analisi di impatto e di efficacia dei soldi erogati.

Invitalia

5)   TERZA INTERROGAZIONE SU INVITALIA E SULLA VALUTAZIONE D’IMPATTO 

A novembre 2017 ho presentato una terza interrogazione al Ministero dello Sviluppo, sollecitando la pubblicazione della Relazione annuale relativa al 2016, non ancora pervenuta, e chiedendo nuovamente l’istituzione di sistemi seri e rigorosi per la valutazione d’impatto dei programmi finanziati e degli incentivi erogati, secondo le tecniche statistiche ormai in uso anche in sede europea.

Risultati: Il Ministero dello Sviluppo Economico, durante la sua riposta all’interrogazione, ha comunicato di aver approvato un Piano di Valutazione dei contratti di sviluppo sottoscritti dal 2011 e che tali valutazioni, effettuate secondo i più avanzati metodi statistici per valutare l’impatto delle misure agevolative, saranno trasmesse alla Commissione Europea entro il 31 dicembre 2020.

RESTITUZIONE AGEVOLAZIONI DALLE AZIENDE INADEMPIENTI

6) RESTITUZIONE DEI FINANZIAMENTI: INTERPELLANZA URGENTE SUL CASO WHIRPOOL

Sempre sul tema della trasparenza nei meccanismi di assegnazioni dei fondi da parte di Invitalia il 12 maggio 2015 ho presentato un’interrogazione urgente al Ministero dello Sviluppo economico e dell’economia perché fosse fatta chiarezza sui finanziamenti dati a Whirpool tramite Invitalia e affinché fosse avviata la procedura per la revoca e la restituzione di quel finanziamento. Il 25 luglio 2014 la Whirpool aveva stipulato con Invitalia un accordo per un finanziamento di 10 milioni di euro per “potenziare lo stabilimento di Napoli” con una “ricaduta occupazionale di 588 addetti” tra nuovi posti e salvaguardati. Il finanziamento era legato allo strumento dei “contratti di sviluppo” che dovrebbero supportare la crescita e la tutela dell’occupazione nelle regioni del Sud. Tuttavia, meno di un anno dopo, Whirpool ha chiuso uno stabilimento e un centro di ricerca in provincia di Caserta, licenziando circa 800 dipendenti. Con la mia interpellanza ho chiesto delucidazioni sull’accordo del 2014 ed ho chiesto che il Governo chiedesse l’immediata restituzione dei soldi erogati a Whirpool, avviando al tempo stesso una profonda revisione delle attuali modalità con cui eroghiamo incentivi alle imprese.

Risultati: purtroppo il Ministero, allora guidato dalla Ministra Guidi, non ha ritenuto vi fossero le condizioni né l’opportunità di chiedere una restituzione. Certamente si trattava di un tema complesso (avevo affrontato con maggior dettaglio quel caso in questa intervista per Linkiesta), non facilmente risolvibile. Tuttavia è servito a mettere sul tavolo il problema dei comportamenti opportunistici delle aziende e della restituzione, un dibattito che è tornato attuale in casi successivi, come quello della K-Flex, per la quale invece sono state attivate le procedure di restituzione.

7)  RESTITUZIONE DEI FINANZIAMENTI: RISOLUZIONE SUL CASO K-FLEX

La società K-Flex è un’azienda italiana del settore industria gomma-plastica che il 28 dicembre 2016 aveva firmato un accordo con il quale si impegnava a non licenziare personale per il 2017. Negli ultimi anni aveva inoltre beneficiato di alcuni finanziamenti e agevolazioni per progetti di sviluppo. Tuttavia l’8 febbraio 2017 l’impresa ha comunicato l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per 187 dipendenti per “totale cessazione dell’attività produttiva”. A marzo 2017 ho presentato una risoluzione in Commissione lavoro per approfondire la questione, chiedere che venisse fatto il possibile per riaprire un tavolo di negoziazione con l’azienda, ma anche che venissero revocati quei finanziamenti che avevano come condizione la crescita e il mantenimento dei livelli occupazionali.

Risultati: La risoluzione è stata approvata in Commissione il 5 marzo 2017. Purtroppo non è stato possibile riavviare negoziazioni con l’azienda, ma il Ministero, in quel momento guidato dal Ministro Calenda, ha revocato i finanziamenti in corso e avviato la procedura di restituzione di alcuni finanziamenti già erogati (in questo post maggiori dettagli sui fondi revocati alla K-Flex).