La fiducia in Monti cala, cosa ha sbagliato il premier?
«Dopo mesi di tagli e sacrifici credo sia fisiologico, per un premier che si trova a guidare un Paese sull’orlo del default. Monti sta interloquendo bene con Obama, con Hollande e con la stessa Merkel e se penso che tra due mesi potremmo essere in campagna elettorale mi vengono i brividi».
Pensa che si andrà a votare in autunno?
«Non avrebbe senso. Se poi i partiti dovessero annichilire l’azione del governo se ne assumeranno la responsabilità. Come si dice in Spagna è facile toreare dagli spalti, quando sei nell’arena è tutto diverso. Ma certo alcune misure potevano essere fatte diversamente».
Quali?
«Non sta certo a me assegnare pagelle al governo. Dico solo che le liberalizzazioni avrebbero potuto essere inserite nel primo decreto Salva Italia e che l’errore degli esodati si poteva evitare, se ci fossero state le informazioni giuste al momento giusto. La riforma delle pensioni è stata una cosa buona, mentre siamo ancora in attesa di vedere i contorni del decreto sviluppo».
È lei l’asso nella manica di Montezemolo?
«Credo che il suo asso nella manica sia aver dato spazio a un gruppo di persone serie e preparate. Montezemolo ha lavorato per fortificare una squadra in grado di funzionare autonomamente, con lui o senza di lui».
Si è parlato di Andrea Romano, di Sofia Ventura, di Carlo Calenda. Ma soprattutto di lei.
«Il fatto che si parli di altri possibili nomi al suo posto e che questi nomi possano apparire plausibili, credo sia una conferma di questo lavoro che è stato fatto».
Quindi è vero, potrebbe non essere Montezemolo a guidare la lista di Italia Futura?
«In questo momento stiamo parlando di contenuti e non di leadership. A differenza di altri leader che mirano solo a essere insostituibili, come Berlusconi, il quale ha fatto terra bruciata attorno a sé, Montezemolo ha fatto crescere un gruppo di persone che, per la loro indipendenza non avrebbero mai trovato spazio nei partiti tradizionali».
Sarebbe un bel segnale di rinnovamento candidare a palazzo Chigi una donna come lei, che non è un politico e che gode di forte stima anche all’estero.
“Non era nelle intenzioni di nessuno, tantomeno mia, che emergesse il mio nome piuttosto che un altro. molti di noi avrebbero le capacità di portare avanti contenuti forti e di rinnovamento. Quella della leadership è una scelta che faremo tutti assieme. Ora la priorità è lavorare sulle proposte e le modalità di azione, più che identificare un nome».
La lista di Italia Futura è pronta?
«È sicuramente una delle ipotesi su cui si sta ragionando. L’associazione si rende conto che c’è una forte domanda e per questo sta pensando di fare questo passo. Ma nessuno di noi aspira a prendersi un posticino, stiamo lavorando per capire quale sia la modalità migliore per dare un contributo al Paese».
Dove vi collocherete, nel centrodestra?
«Nessuno dentro Italia Futura ha voglia di parlare di collocazioni. Non ci sarà nessun apparentamento con partiti esistenti, men che meno con quelli che stavano nel governo Berlusconi e che Italia futura ha spesso criticato in modo deciso. Sono davvero sorpresa che ci siano ancora persone che pensano che Italia futura possa allearsi col Pdl o con suoi pezzi o correnti».
Correrete da soli?
«L’idea è quella di interloquire con le forze più riformiste e liberali del Paese. Ma c’è tempo. Nessun partito ha il nome del candidato premier, né ha siglato alleanze. E’ tutto in movimento, non si conosce nemmeno quale sarà la legge elettorale…»