A guardarla da fuori la manifestazione delle donne di domani sembra un po’ una stranezza. E’ strano pensare che nel 2011 le donne italiane si debbano mobilitare non per nuove conquiste come potrebbe essere, per esempio, una legge più moderna sulla fecondazione assistita, il congedo paterno, o l’adozione per le donne single, ma semplicemente per ricordare agli altri (e a loro stesse?) che ci sono, che sono esseri umani con una propria dignità, una propria testa e non solo un corpo.
Rinunce e subordinazioni che appaiono meno fastidiose e più digeribili di quelle oggetto di discussione negli ultimi tempi solo perche’ rientrano nei canoni più tradizionali, perche’ la donna che in questi casi sminuisce le proprie potenzialità lo fa per quella che viene considerata una “buona causa” e viene in cambio considerata una buona mamma, moglie, figlia. Ma si tratta comunque di insidiose forme di ricatto morale, di mortificazione della dignità delle donne, di una subordinazione del potenziale femminile a ragioni imposte dall’esterno. Ed e’ proprio in questo contesto che la manifestazione di domani ha un valore particolare.
Molte donne che si considerano realizzate e di successo troveranno forse questa manifestazione velleitaria e inutile. E certo sarà così se il messaggio che prevarrà sarà semplicemente quello di puntare il dito contro un uomo o contro altre donne. Ma se servirà, come à nelle intenzioni delle organizzatrici, a far ritrovare a tante donne il coraggio di uscire dall’ombra, di riaffermare le loro ambizioni e la loro identità non tanto di fronte al presidente del Consiglio, ma di fronte a se stesse, ai propri compagni, figli e genitori, e a trovare la forza di esercitare tale dignità ogni giorno dell’anno, allora sì, sarà valsa la pena.