Alcuni giorni fa ho presentato un’interrogazione al Ministro della Salute Lorezin chiedendo interventi urgenti per arginare il fenomeno degli aborti clandestini, in forte crescita a causa di una sempre maggiore inapplicazione della legge 194 da parte di ginecologi e anestestisti. Ecco il testo integrale dell’interrogazione:
Interrogazione a risposta orale
Al Ministro della Salute.- Per sapere – premesso che:
è disarmante quanto si apprende dagli organi di stampa e da recenti statistiche Istat in merito agli aborti clandestini praticati negli ultimi anni in Italia. In tutto il territorio nazionale senza nessuna eccezione da Nord a Sud, in intere regioni l’aborto legale è stato cancellato, oltre l’80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri non applica più la legge 194;
in Italia il numero dei ginecologi obiettori di coscienza in cinque anni, dal 2005 al 2009, è passato dal 58,7% al 70,7%. Si è rilevato un aumento di obiettori anche tra gli anestesisti, passati dal 45,7% al 51,7%. E’ quanto emerge dalla relazione del ministro della Salute sull’attuazione della legge 194, trasmessa al Parlamento. Percentuali superiori all’80% tra i ginecologi si registrano principalmente al Sud: 85.2% in Basilicata, 83.9% in Campania, 82.8% in Molise, 81.7% in Sicilia e 81.3% a Bolzano. Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al Sud, con un massimo di più di 77% in Molise e Campania e 75.6% in Sicilia e i più bassi in Toscana (27.7%) e a Trento (31.8%);
il Ministero della Salute calcola ventimila aborti illegali all’anno e con stime più aggiornate, dal 2008 quarantamila, forse cinquantamila quelli reali, settantacinquemila gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall’ISTAT, ma un terzo di questi, frutto probabilmente di interventi “illeciti casalinghi” non eseguiti in modo corretto;
la conseguenza di tutto ciò è un aumento della mortalità e delle complicanze che portano alla sterilità. Contrabbando di farmaci (misoprostolo clandestino), cliniche fuorilegge, fenomeni che riemergono grazie all’abbandono della legge 194 e della prevenzione delle gravidanze indesiderate;
usando in maniera priva di controllo e indicazioni un farmaco per la cura dell’ulcera gastrica molte ragazze italiane e immigrate rischiano la vita, solo per una dose o un quantitativo sbagliato di un farmaco facilmente reperibile e che non risponde a nessuna garanzia per la salute di chi ne fa uso. Chi può permetterselo decide di andare all’estero: in Francia, Svizzera e Inghilterra si spendono 400 euro per un aborto;
siamo al cospetto di ragazzine che cercano e trovano i blister clandestini di farmaci “anti-ulcera” (10 pillole al costo di 100 euro) con un rischio serissimo per la loro vita;
la legge 194 del 1978 era nata proprio per poter prevenire e tutelare il diritto di scelta di ogni donna nel rispetto della propria salute, e il suo cardine è la prevenzione dell’aborto e non l’aborto;
è drammatico constatare che siamo nel 2013 e le donne muoiono ancora di setticemia o rimangono sterili a vita, tutto questo perché c’è gente che si ostina ad ignorare una legge emanata per la tutela della persona. Le agghiaccianti conseguenze di ciò sono: ambulatori fuorilegge, contrabbando di farmaci abortivi, cliniche private dai costi esorbitanti, viaggi della speranza all’estero. Solo nell’ultimo anno sono stati calcolati 188 procedimenti penali aperti per violazione della legge 194, molti dei quali verso insospettabili professionisti che agivano indisturbati tra le mura dei loro studi;
medici e chirurghi denunciano che è sempre più difficile accedere ai servizi e le donne meno esperte, le più fragili, le più giovani, le straniere, finiscono nella trappola dell’illegalità. Oggi nel mercato clandestino si trova qualunque farmaco, addirittura la Ru486. In merito a questa problematica, si è espressa anche Silvana Agatone, ginecologa e presidente della Laiga, la lega italiana per l’applicazione della 194, che evidenzia in una sua intervista come “L’aborto clandestino ormai riguarda tutti i ceti della società. Ci sono gli aborti d’oro, quelli dei ceti elevati, che si svolgono in sicurezza negli studi medici, oppure all’estero. E poi ci sono gli aborti delle donne povere, delle clandestine, che comprano le pasticche nei corridoi del metrò, e se qualcosa va male si presentano al Pronto Soccorso affermando di aver avuto un aborto spontaneo”:-
quali i provvedimenti urgenti previsti e atti ad impedire che molte donne siano lasciate da sole e debbano ricorrere a forme di aborto clandestino, mettendo a repentaglio la propria vita;
in che modo intenda far rispettare il diritto di scelta che la legge 194 del 1978 garantirebbe se correttamente applicata e quali le misure atte a garantire il rispetto della prevenzione ampiamente tutelato dalla citata legge del 1978, ma puntualmente disatteso al momento dell’applicazione della legge stessa.
Tinagli