Wired, Marzo 2012
Una tessera per ogni bambino che va a scuola e che automaticamente manda un sms ai genitori se il bambino non e’ arrivato e informa la mensa perche’ prepari il numero di pranzi giusto. Una biblioteca in cloud, cosi’ che qualsiasi alunno di qualsiasi scuola, anche la piu’ piccola e povera, possa accedere a migliaia di libri gratuitamente. Un registratore di cassa in ogni negozio che appena fai un acquisto si collega direttamente con il comune e l’agenzia delle entrate, in modo da trattenere istantaneamente tutte le tasse regionali e federali, ma anche rimborsandoti automa¡ticamente una percentuale della spesa come incentivo a farti fare la fattura.
Un sistema di monitoraggio antievasione che incroci tutti i dati di un individuo, cosa compra, quanto guadagna, e che calcoli automa¡ticamente quante tasse dovrebbe pagare. Una piattaforma internet che aiuti a coinvolgere i cittadini nella vita della citta’ e a decidere come spendere i soldi del budget comunale.
Tutto questo non e’ utopia, ma e’ quello che ha fatto e su cui sta lavorando il Brasile. Un paese che fino a quindici anni fa viveva in condizionidi poverta’ e arretratezza significative e che oggi e’ la sesta economia mondiale, superando Italia e Gran Bretagna e puntando a oltrepassare presto anche la Francia.
Girando per le strade delle sue enormi citta’ si notano i residui di un passato difficile, problemi antichi che di tanto in tanto riaffiorano a scuotere la societa’ brasiliana dalla recente euforia, ma si colgono anche i segnali di un paese che cresce e che vuole farlo sfruttando tutte le opportunita’ che le nuove tencologie sono in grado di offrire. Gia’ dal 2003 le sue pubbliche amministrazioni hanno iniziato ad adottare il software libero, una strategia che Lula ha poi reso ufficiale per il tutto il Paese nel 2005, facendo risparmiare decine di milioni di dollari (e facendo arrabbiare moltissimo Bill Gates, che non e’ mai riuscito nemmeno a farsi ricevere da Lula).
E lo scorso Novembre l’attuale presidente, Dilma Roussef, ha approvato una legge che garantisce l’accesso a qualsiasi cittadino a dati e documenti di tutti gli enti governativi cosi’ come degli enti privati che ricevano soldi pubblici. Un gigantesco passo avanti verso una societa’ piu’ trasparente e aperta ai cittadini. Non e’ un caso se il World Social Forum e’ nato qua, a Puerto Alegre, o se il prossimo incontro annuale della Open GovernmentPartnership si terra’ a Brasilia, il prossimo Aprile.
Il Governo Italiano ha recentemente annunciato la definzione di un’Agenda Digitale per l’Italia che includa temi come open data, e-government, innovazione sociale. Per un paese come il nostro, periodicamente arenato sulla “leggebavaglio”, abituato a considerare la banda larga un accessorio e internet quasiuno strumento pericoloso, e dove molti sembrano rimpiangere l’uso dell’abbecedario a scuola, tutto questo puo’ sembrare un miraggio, ma non lo e’. E non deve esserlo. Perche’ la tecnologia, l’innovazione, non sono né intrinsecamente buone né cattive: sono strumenti, opportunita’. Possono aiutarci enormemente ad alleviare emarginazione, a lottare contro la corruzione e l’evasione, a garantire trasparenza e informazione, contrinuendo quindi a rendere la societa’ piu’ equa e partecipativa.
Dipende da noi. La sfida e’ grande, ma anche la posta in gioco lo e’. E quindi e’ doveroso provarci.