Di seguito il testo e la versione digitale della mia intervista su La Stampa sul negoziato UE e sulle risorse stanziate per far fronte gli impatti economici del Coronavirus.
Come valuta l’accordo raggiunto dall’Eurogruppo, per l’Italia bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Certamente mezzo pieno, perché non ci dobbiamo dimenticare da dove si partita. Ancora a metà marzo c’erano paesi e partiti europei che non vedevano ancora l’emergenza. Poi abbiamo iniziato a spingere, è arrivato il lockdown in molti paesi e si è cominciato a capire: prima sul tavolo c’era solo il fondo salva stati, e già parlare di Mes con minori condizioni era dura, mentre ora abbiamo già ottenuto un pacchetto di misure”.
I fondi della Bei per le imprese, i 100 miliardi dello Sure per il sostegno alla disoccupazione, il Mes per le spese della sanità: pacchetto sufficiente?
“Sono tutti strumenti che non hanno ancora l’ampiezza e la portata che sarebbe necessaria. Ma è già un risultato importante aver ampliato le opzioni sul tavolo mettendo in campo vari strumenti che aggiungono comunque una potenza considerevole rispetto al solo Mes. E’ chiaro che se guardiamo alle stime della Bce o di Goldman Sachs la crisi avrà un impatto devastante e quindi è ovvio che a livello europeo dovremo fare di più ed il ministro Gualtieri fa bene a insistere perché venga messo in campo un pacchetto più corposo. Ed è poi su questo che si giocherà la partita sul Recovery plan: secondo me la battaglia sarà più sulla quantità e l’incisività del fondo che sul tema eurobond o meno. Anche perchè se il fondo sarà corposo sarà inevitabile che si finanzi sul mercato con l’emissione di titoli anche se poi magari non si chiameranno eurobond”.
E noi cosa potremmo farci con questo altro fondo e queste risorse aggiuntive?
“Spero che possa essere abbastanza ampio da poter includere un mix di spese sociali, salvataggi di settori colpiti (potrebbe anche essere l’occasione per aprire la strada a politiche economiche e industriali di respiro europeo) e investimenti strategici. Ma molto dipenderà da come verrà strutturato e finanziato.”
[pdf id=15638]