«Il governo deve rispondere prima ai cittadini che al mercato. C’è un dovere di prudenza e trasparenza». Irene Tinagli, eurodeputata pd, ex presidente della commissione Econ all’Europarlamento che si occupa anche di regolamentazione bancaria, ricorda quando Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni, all’opposizione nella XVII legislatura, erano per la separazione tra banca commerciale e di investimenti.
Hanno cambiato idea con Mps-Mediobanca?
«Dicevano: “Mai più giochi d’azzardo con soldi italiani”, c’è ancora sul sito di FdI. Qualcuno quindi oggi gioca d’azzardo?».
La premier Meloni dice che è un’operazione di mercato.
«Ma voluta da chi e per cosa? Chi la guida? Come saranno tutelati gli interessi degli italiani, sia investitori che contribuenti? Condivido l’approccio al mercato. Ma se volevano essere coerenti dovevano pensarci prima ed uscire dall’azionariato di Mps. Se usi i soldi degli italiani per tentare una scalata e poi evochi il mercato, francamente, perdi credibilità».
Il governo avalla le mire di Caltagirone-Delfin su Generali?
«Questo deve chiarirlo il governo. A partire dal fatto che grosse banche possono cadere in mani industriali con i rischi che ne possono conseguire in termini di conflitti di interesse nella gestione. ».
Un’operazione pasticciata per rispondere all’accordo Generali-Natixis sul risparmio gestito avversata dal governo?
«Se hanno dubbi, usassero il golden power. Più che pasticciata, la mossa di Mps mi sembra poco trasparente. Proprio perché lo Stato è dentro la banca di Siena ci vuole molta accortezza».
Dicono di averla risanata. Voglia di mettere bandierine su una banca ex rossa?
«L’ultima ricapitalizzazione l’ha fatta il governo Draghi. Con la garanzia che lo Stato sarebbe uscito appena risanata. Poi questo governo ha cambiato idea, non è chiaro perchè. Per fortuna che Meloni diceva di voler chiudere con la stagione delle opacità e degli amici. Stagione che ha fatto male all’Italia, sia da sinistra che da destra. E ora che fa, interferisce col mercato per agevolare alcuni a scapito di altri?».
Ma è reale il pericolo che il risparmio degli italiani finisca in mani straniere?
«Sono contenta se Generali resta italiana. Ma la domanda non è solo dove finisce il risparmio degli italiani, ma cosa ci fai con quel risparmio anche se sei italiano, quale progetto, quali interessi persegui».
Il governo può fare l’arbitro e il giocatore?
«Io personalmente non lo ritengo opportuno. Fino a non molto tempo fa mi pareva la pensasse così anche la Meloni. A quanto pare qualcuno le ha fatto cambiare idea in fretta. »