Cosa pensa di quello che è successo alla italiana Ariston e alla tedesca Bosch nazionalizzate dal governo russo?
«Questa è una vera e propria aggressione commerciale e industriale», risponde Irene Tinagli, europarlamentare del Pd e presidente della Commissione Problemi economici del Parlamento europeo.
È giusta la reazione del governo italiano che ha convocato l’ambasciatore russo chiedendo un passo indietro?
«La Farnesina si è mossa in coordinamento con i servizi della Commissione europea e con il governo tedesco e questo è molto importante. Bene ha fatto il nostro ministro Antonio Tajani a convocare l’ambasciatore russo ma meglio ancora a coinvolgere la Commissione, coinvolgere l’Europa è importante, serve un coordinamento forte e bisogna che l’Europa si muova unita e compatta, perché oggi succede ad Ariston e Bosch e domani può accadere ad altre aziende di altri Paesi».
Come può intervenire l’Europa?
«In realtà oggi ha strumenti ancora molto limitati, noi da tempo abbiamo chiediamo più poteri su questi temi per affrontare in maniera rapida e tempestiva problemi di questo genere. Però ora la Commissione sta studiando un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia, il quattordicesimo, e si potrebbe intanto prevedere un sostegno alle aziende che subiscono questo tipo di attacchi».
Secondo lei, la nazionalizzazione di Ariston e Bosch è un attacco proprio in vista del nuovo pacchetto di sanzioni?
«Io penso che questa sia una ritorsione in vista di una cosa che preoccupa il governo russo molto più delle nuove sanzioni, cioè l’utilizzo degli asset finanziari russi congelati, tema che agita moltissimo sia Putin che tutti gli oligarchi e di cui si parlerà al G7. Si tratta di quasi 300 miliardi di dollari immobilizzati e che sia l’Ue che gli Stati Uniti vorrebbero sbloccare. Ecco, non credo sia un caso che la nazionalizzazione arrivi alla vigilia del G7 che guarda caso si tiene proprio in Italia».
Come pensa che agirà l’Europa?
«Questa è un’azione che non ha precedenti e che va valutata con attenzione, ma a Bruxelles saremo tutti uniti e compatti nel sostenere il governo italiano per una risposta a quella che è una vera e propria aggressione».
Convocare l’ambasciatore russo è insufficiente?
«Questa è un’azione senza precedenti voluta direttamente dal governo russo, non credo si risolva nelle ambasciate. Ci tengo a sottolineare però come questo caso dimostri quanto poco efficace sia l’Europa delle Nazioni invocata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Davanti a casi di questo genere, i rapporti bilaterali servono a poco, si è impotenti. Ma il sostegno di un’Europa unita con un intervento forte e compatto diventa invece fondamentale».