Italia e Spagna. Così vicini, così lontani. Due Paesi legati da importanti tratti di storia, radici linguistiche, Mediterraneo e clima, ma separati da traiettorie politiche ed economiche molto diverse. Due Paesi che oggi condividono un momento di grande difficoltà economica, che ha ammaccato la loro immagine nel panorama europeo e che li rende assetati di rivincita. E così, stasera si incontreranno due Paesi in cerca di un riscatto.
E’ vero: avere sconfitto alcuni dei più pretenziosi partner europei come Germania, Francia e Inghilterra è stata già una bella rivincita per entrambi. Un modo per dire al mondo che nell’Europa continentale e del Nord saranno pure tanto bravi, ma non sempre, non in tutto. Però stasera tocca a loro, Italia e Spagna, i «cugini» mediterranei, a trovarsi gli uni contro gli altri. E altre rivincite, legate a rivalità più sottili, affioreranno tra i tifosi dei due Paesi.
E’ curioso infatti notare che, per quanto i due Paesi siano legati da una reciproca e intensa fascinazione, tuttavia, come tutti i parenti e persino gli innamorati, sono percorsi spesso da sottili rivalità e rivendicazioni. E’ innegabile che gli spagnoli siano affascinati dallo stile, il gusto e dalla musicalità della lingua italiana, così come gli italiani sono innamorati di quell’allegria e quella socialità che anima le strade e i locali di Barcellona o Madrid, da quella solarità che loro hanno perso da tempo.
Una fascinazione testimoniata, da una parte, dal netto dominio di vetrine e marchi italiani nelle strade più eleganti di Madrid, e, dall’altra, dalle massicce ondate di emigrazione italiana che negli ultimi anni hanno letteralmente invaso Barcellona e molte altre città spagnole. Non è un caso se, come ci dicono le statistiche, l’Italia è il Paese che invia in Spagna il maggior numero di studenti Erasmus così come il maggior numero di lavoratori (dopo i romeni), un dato che si riflette anche nel numero di matrimoni tra italiani/e e spagnoli/e persino nel numero di bambini nati in Spagna con un genitore italiano. Eppure, dietro tutto questo amore, questo fondersi e sentirsi, in fondo, parte di un’unica famiglia, vi sono anche rivalità profonde, che negli ultimi anni sono affiorate spesso.
Non è un mistero che l’Italia abbia in un certo senso sofferto l’elevata crescita economica della Spagna negli anni precedenti alla crisi. Una crescita culminata, nel 2010, con l’annuncio del superamento del Pil italiano da parte di quello spagnolo. Un annuncio accolto con fastidio e persino contestato da molti politici e commentatori italiani che pochi mesi dopo sono stati prontissimi a rinfacciare ai cugini iberici, e con un certo piacere, il loro tasso di disoccupazione a due cifre, il deficit in crescita e la crisi dilagante.
A loro volta gli spagnoli non hanno risparmiato niente alla crisi politica italiana dell’estate scorsa, riempiendo i loro giornali di una quantità di gossip sugli scandali nostrani pari se non superiore all’attenzione che questi suscitavano in Italia stessa. Insomma, un rincorrersi di rivendicazioni e accuse più o meno velate che da alcuni mesi si riflettono persino nei continui confronti tra gli spread dei rendimenti dei rispettivi titoli di Stato rispetto a quelli tedeschi, un indice sbandierato dagli uni e dagli altri come segnale di affidabilità e legittimità di fronte ai mercati.
La partita di stasera non avrà il potere (si spera) di muovere mercati, cambiare indici, attenuare debiti e spread, eppure molti cittadini, più o meno tifosi, non mancheranno di leggerlo in chiave metaforica, come fosse una sorta di conferma o di presagio sulle sorti non solo calcistiche dei due Paesi. Un po’ com’è stato per l’incontro tra Germania e Grecia o tra Germania e Italia.
Superstizioni e rivincite infantili, assolutamente inutili, ma forse proprio per questo piacevoli e difficilmente evitabili. L’ultima frivolezza che i due Paesi si concedono prima di tornare a guardare in faccia la difficile strada verso il risanamento che entrambe, vincitrice e vinta, si troveranno di nuovo di fronte domani mattina.