Siamo ormai in dirittura di arrivo. Questa lunga, bellissima e sfiancante campagna elettorale si chiude domani.
Mi piace lasciare qui qualche altra foto di eventi e momenti particolamente belli di questa campagna, condivisa con tanti di voi e con tanti colleghi parlamentari, amministratori locali, che con passione e determinazione hanno lavorato a testa bassa per organizzare, informare, raccontare. Ecco, questa è una lezione che spero ci porteremo con noi ben oltre il 4 Dicembre: la partecipazione, la condivisione, l’approfondimento.
La politica è e dovrebbe essere soprattutto questo. Spero tanto che questo spirito che ho sentito rivivere, forte, in questa campagna referendaria, possa continuare anche dopo. A prescindere dal risultato. Ma ovviamente, io spero con tutta me stessa che vinca il Sì. Per mille motivi che ormai da settimane ripeto ovunque: nei documenti che ho scritto, nei video che ho girato, nelle trasmissioni a cui ho partecipato.
Voglio aggiungere solo una riflessiona a quanto già detto. Una riflessione legata a due figure di grandissimo rilievo del nostro Paese che tra ieri e oggi hanno dichiarato di votare Sì domenica prossima.
Eugenio Scalfari e Romano Prodi. Mi ha colpito moltissimo la loro presa di posizione. Perchè sono persone di grande spessore che hanno espresso in molte occasioni critiche profonde allo stile e spesso anche alle politiche e alle scelte di renzi e del suo Governo. Persone che potrebbero avere mille motivi per portare rancore ad una figura così diversa da loro come Matteo Renzi e che potrebbero provare a “vendicarsi” votando No alla Riforma. Ma con la loro dichiarazione di voto, con il loro Sì, hanno dimostrato non soltanto una superiorità e una nobiltà d’animo che li distingue da alcuni personaggi livorosi che avvelenano la politica italiana con i loro risentimenti personali, ma soprattutto che, in questo momento storico, l’Italia ha un reale, profondo bisogno di cambiamento.
E questa Riforma, anche per quelli che non ne sono entusiasti, rappresenta un sicuro passo in avanti. Un passo in avanti che non c’entra niente con Renzi e i suoi ministri, c’entra con tutti noi, con tutto quello che dobbiamo e vogliamo costruire in futuro.