L’aggressione russa, oltre alle terribili conseguenze a cui stiamo assistendo questi giorni sulla popolazione ucraina, avrà un impatto anche sulle nostre economie, non farà deragliare la ripresa in corso, ma la rallenterà.
A dircelo, oggi, è stata la Commissione europea che ha presentato le linee guida per la politica di bilancio per il 2023, di fatto i criteri che i Paesi sono chiamati a seguire nel preparare i rispettivi piani di bilancio e convergenza.
Un passo fondamentale, questo delle linee guida, per dare chiarezza ai Ventisette Stati dell’Ue dato che le regole del Patto di stabilità e di crescita, sospese da due anni a causa dell’emergenza sanitaria della pandemia di Covid-19, dovrebbero tornare proprio dal primo gennaio 2023.
Dovrebbero, perché la Commissione europea tornerà sulla questione a maggio, con alla mano i dati freschi delle previsioni economiche di primavera.
Con lucidità e lungimiranza, la Commissione oggi ha tenuto conto del fatto che l’aggressione russa all’Ucraina avrà un impatto, ancora difficile da stimare, sulle nostre economie.
E si tratta di un impatto che potrà avere più livelli: dall’aumento dei prezzi dell’energia (che già vediamo) alla gestione dell’emergenza umanitaria conseguente all’attacco, per dirne alcune.
Questo l’esecutivo europeo lo sa e lo vuole considerare a fondo. Per questo, la Commissione ci dice innanzitutto, come fatto fino ad ora, di continuare a portare avanti politiche che sappiano combinare la sostenibilità del debito, soprattutto per Paesi come l’Italia con alti debiti, con il sostegno necessario agli investimenti. Ma, in secondo luogo, l’esecutivo europeo prende tempo: vuole monitorare da vicino, controllare e valutare l’evoluzione della situazione in Ucraina e delle sue ripercussioni nell’economia dell’Ue, per poi, se necessario, rimodulare le linee guida in base a quello che succederà.
Io penso che approfondire e monitorare con serietà la situazione sia certamente un buon approccio, ma, nel frattempo, dobbiamo iniziare subito a pensare a misure straordinarie per far fronte all’impatto economico della crisi in Ucraina e a rivedere anche le nostre regole economiche e fiscali alla luce della nuova realtà. Bisogna attrezzarsi e sostenere le nostre economie nei prossimi mesi e anni perché alle sfide enormi delle transizioni ecologica e digitale, si aggiungono ora anche quelle legate alla crisi geopolitica, con l’aggravarsi della crisi energetica ed economica.
E, soprattutto, con dolore, quella umanitaria.