Care amiche e amici,
in questi giorni così difficili per il popolo ucraino e per tutta Europa, i governi e le istituzioni europee hanno mostrato di essere unite e decise a mettere in campo il più massiccio pacchetto di sanzioni mai viste per fermare la brutale azione militare di Putin.
Proprio le sanzioni economiche approvate nei primi giorni dell’attacco russo (che potete leggere più in dettaglio qui) sono state al centro dell’incontro straordinario dell’Ecofin di Parigi di venerdì a cui ho partecipato, e durante il quale tutti i ministri dell’Economia dell’UE non soltanto si sono mostrati uniti nel sostenere quelle misure, ma hanno chiesto un ulteriore rafforzamento delle sanzioni stesse.
Nelle ore successive l’Unione Europea ha aggiunto alla lista delle personalità colpite dalle sanzioni lo stesso Vladimir Putin e il Ministro degli esteri Lavrov, e ha iniziato a lavorare ad ulteriori sanzioni, non solo economiche. Ieri sera, in una conferenza stampa congiunta, Ursula von der Leyen e Josep Borrell hanno annunciato nuove ed inedite misure.
Per la prima volta nella sua storia, l’Unione finanzierà l’acquisto di armi e altro materiale bellico di un paese terzo, come l’Ucraina. Viene chiuso tutto lo spazio aereo europeo a qualsiasi velivolo di proprietà russa, pubblica o privata. Viene inoltre bandita dal territorio europeo ogni trasmissione e comunicazione dei principali media statali russi: Russia Today e Sputnik, responsabili di flussi continui di disinformazione.
Sul fronte strettamente economico, vengono estese le sanzioni e le restrizioni anche alla Banca Centrale russa, congelando i suoi asset, dimezzando così le sue riserve.
Infine, gran parte delle sanzioni economiche contro alla Russia saranno applicate anche al regime di Lukashenko che ha aiutato Putin nel suo progetto di invasione.
Una stretta potentissima che non si era mai vista. Manca ancora la tanto discussa esclusione totale della Russia dal sistema SWIFT (alcune banche sono già state escluse), che significherebbe tagliare completamente la Russia da ogni forma di pagamento internazionale. È evidente che questo avrebbe ripercussioni anche sull’Europa: un taglio totale significherebbe l’impossibilità di effettuare pagamenti verso la Russia, incluso quelli per l’approvvigionamento del gas. E questo per alcuni paesi, come l’Italia, sarebbe un colpo durissimo. Ma possono essere sviluppate delle soluzioni tecniche che consentono di effettuare questi specifici pagamenti anche in un contesto di blocco delle altre transazioni e su queste ipotesi sta lavorando la Banca Centrale Europea. Non è escluso che si possa arrivare anche ad una misura di questo genere nei prossimi giorni.
Ogni strumento che possa fermare questa folle aggressione va valutato e messo in campo. L’aggressione lanciata da Putin lascia intravedere un disegno egemonico che toccherà presto anche altri Paesi. Per questo è fondamentale che ci sia una risposta rapida, potente e compatta dell’Unione Europea e dei suoi alleati, come quella data negli ultimi giorni, perché il prezzo che potremmo essere costretti a pagare in futuro potrebbe essere assai più doloroso di quello che potremmo dover pagare adesso per le sanzioni.
In ogni caso, nella riunione di venerdì con i ministri dell’economia dell’UE si è parlato anche di come proteggere i nostri cittadini dalle ripercussioni di sanzioni e ritorsioni: sarà necessario mettere in campo azioni per limitare più possibile l’eventuale impatto sui settori e le famiglie più colpite e al tempo stesso accelerare su tutte le misure che ci rendano più indipendenti sul fronte energetico.
In questo modo diamo un segnale importante: se Putin pensava che ci saremmo divisi sulle sanzioni e sulle ricadute economiche, si è sbagliato. I governi e le istituzioni europee sono unite e determinate a fermare l’aggressione contro l’Ucraina, e continueremo ad agire in modo rapido, deciso e coordinato. Per quel che riguarda il Parlamento Europeo, i gruppi politici di maggioranza stanno lavorando ad una risoluzione unitaria che verrà discussa in una plenaria straordinaria convocata per martedì 1 Marzo e che potrà essere seguita sul sito del Parlamento.
Vi terrò aggiornati.