Mentre la diplomazia internazionale è al lavoro per cercare di trovare una soluzione e una fine alla terribile guerra in Ucraina, in Commissione Affari Economici e Monetari lavoriamo per monitorare l’implementazione delle sanzioni contro la Russia, il loro impatto sull’economia e la stabilità finanziaria dell’Unione Europea e, più in generale, sulla efficacia dei sistemi di norme volti a combattere l’elusione fiscale e il riciclaggio, per evitare che ci siano possibili “buchi” che consentano ad alcuni soggetti di aggirare le norme.
Proprio su quest’ultimo tema stiamo lavorando molto, sia sul nuovo pacchetto di norme anti-riciclaggio proposto dalla Commissione Europea, sia sull’approfondimento di quel che accade in Paesi che non appartengono alla UE ma che sono a noi molto vicini, come la Svizzera. Nei mesi scorsi ci siamo occupati del caso Credit Suisse (ne ho parlato in questa intervista a La Stampa: https://www.irenetinagli.eu/intervista-su-la-stampa-4/) e proprio su questo tema condurremo ulteriori approfondimenti questa settimana attraverso incontri mirati per fare luce sulla possibile presenza, nelle banche non-europee, di conti correnti riconducibili ad attività criminali, violazioni dei diritti umani e persone sottoposte a sanzioni.
Ovviamente la nostra attività legislativa non può intervenire sulla regolamentazione in giurisdizioni diverse dalla nostra, ma può accertarsi che il nostro sistema di regole sia sufficientemente solido da evitare “contaminazioni” ed evitare che fondi di dubbia provenienza possano poi essere riciclati nell’Unione Europea.
Oggi più che mai è importante fortificare il sistema europeo di monitoraggio e sorveglianza su determinate operazioni finanziarie.