Nei giorni scorsi sul Financial Times hanno dato risalto ad una notizia che purtroppo da noi è stata ignorata: l’ultimo gruppo di media ed informazione indipendente russo, il gruppo RBC Russia, ha ceduto alle pressioni del Cremlino e ha licenziato il capo editoriale, la straordinaria giornalista Elizaveta Osetinskaya, e altri due giornalisti. Conosco bene Elizaveta, la sua straordinaria competenza, serietà, professionalità, e soprattutto il suo giornalismo di inchiesta che più volte ha svelato cose sgradite al Cremlino ma utilissime per una informazione libera. Non ho quindi alcun dubbio sulla matrice politica di questi licenziamenti. Visto il silenzio con cui questi fatti sono stati accolti in Italia, ho deciso di fare una interrogazione al Ministeri degli Esteri quantomeno per sollevare il problema e sollecitare una pressione internazionale a difesa della libertà di stampa in Russia. Di seguito il testo della mia interrogazione.
INTERROGAZIONE
Al Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale – per sapere, premesso che:
a quasi dieci anni dall’assassinio della giornalista Anna Politkoskaia, il tema della libertà di stampa e il diritto a un’informazione libera, indipendente ed autorevole rimane un’emergenza e una fonte di preoccupazione nella realtà socio-politica della Russia, tanto che, nella sua periodica classifica internazionale, l’organizzazione Reporter sans frontieres, la colloca al 148esimo posto su 180, tenendo conto degli 81 giornalisti arrestati, delle limitazioni e controllo sugli utenti dei social media, del controllo sulle televisioni nazionali, della propaganda governativa e delle leggi repressive contro il sistema dei media;
in tale contesto, come riportato dal Financial Times nei giorni scorsi, tre giornalisti del gruppo editoriale RBC Russia, uno dei pochi gruppi indipendenti, sono stati allontanati dal loro posto di lavoro, a seguito delle pressioni del Cremlino, sembra infastidito per una serie di servizi, l’ultimo dei quali riguardava un ingente investimento per la realizzazione di un allevamento di ostriche nel sud della Russia, nei pressi di una lussuosa residenza, soprannominata “Palazzo Putin”;
in precedenza erano stati pubblicati una serie di articoli riguardanti gli interessi commerciali del figliastro del presidente Putin e di persone strettamente collegate al presidente russo coinvolte nella vicenda dei “Panama papers”;
i tre giornalisti sono Elizaveta Osetinskaya, direttore di tutto il gruppo editoriale, Maxim Solyus, direttore del quotidiano del gruppo e Roman Badanin, direttore dell’agenzia di stampa del medesimo gruppo;
il loro allontanamento rappresenta una battuta d’arresto per quello che è ampiamente considerato come uno dei pochi gruppi di informazione indipendenti in Russia, in un paesaggio altrimenti dominato dai media statali indirizzati dalla linea del Cremlino;
il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha escluso che da parte delle autorità governative sia stata esercitata una qualsiasi forma di pressione sul gruppo editoriale per l’allontanamento dei tre giornalisti, ma secondo Pavel Gusev, capo dell’Unione dei Giornalisti di Mosca, non vi sarebbe alcun dubbio circa la matrice politica di tale decisione;
a parere dell’interrogante, è di primaria importanza l’attenzione e l’impegno della comunità internazionale per il sostegno di ogni iniziativa volta a favorire il rafforzamento dei presupposti giuridici, politici e civili per l’esercizio della libertà di stampa e di informazione, a tutela dell’incolumità e dell’indipendenza degli operatori dell’informazione, in un paese di rilievo strategico come la Russia -:
alla luce della vicenda sommariamente esposta in premessa, quali azioni intenda intraprendere per conto dell’Italia o di quali iniziative sul piano diplomatico intenda farsi promotore presso altri Paesi per sollecitare le autorità russe al fine di assicurare le condizioni essenziali per l’esercizio dell’attività di informazione e la libertà di espressione, caposaldo dei principi democratici, imprescindibili per ogni moderno Stato nel sistema di relazioni internazionali.
On. Irene TINAGLI