Ci sono città che si caratterizzano per determinate aziende o settori industriali, altre per monumenti famosi, musei o bellezze naturali, altre ancora per Università prestigiose e centri di ricerca.
Ci sono poi città che si caratterizzano soprattutto per la gente che attraggono e che la animano. Si distinguono e fanno parlare di sè soprattutto le cosiddette “città creative”: le città che sanno attrarre e coltivare talenti: siano essi artisti o ingegneri, architetti o commercialisti, designer o musicisti. Ma anche tecnici di laboratorio, radiologi, chimici, biologi, psicologi. Sono comunque professionisti il cui lavoro è basato su un mix di competenze, istruzione e creatività. E sono motore di crescita e di innovazione.
Milano è una di queste. Da sempre Milano si caratterizza come una città molto attrattiva per talenti e creativi. Oltre dieci anni fa il report “L’Italia nell’era creativa” (R. Florida e I. Tinagli, 2005) raccolse numerosi indicatori di innovazione e creatività delle città italiane, mostrando come Milano fosse tra le prime dieci città italiane (all’ottavo posto, per la precisione) per concentrazione di professionisti creativi, manager e imprenditori.
Sono passati poco più di dieci anni e Milano ha saputo rafforzare ancora di più questo suo tratto distintivo e la sua attrattività, scalando in fretta la classifica delle città a maggior concentrazione di talenti, soprattutto sul fronte dei professionisti, collocandosi al secondo posto della classifica superata per un soffio da Padova.
Oggi il 40% della forza lavoro di Milano (vale a dire circa duecentoventimila persone) è costituito da professionisti a varia intensità di specializzazione, e se anche ci concentriamo solo su quelli ad elevata specializzazione, ovvero i più istruiti e i più creativi, vediamo come questi ricoprono quasi il 25% di tutta la forza lavoro milanese, vale a dire oltre centotrentacinquemila lavoratori.
Un lavoratore su quattro a Milano è occupato in professioni altamente specializzate. All’incirca lo stesso livello di Padova, che supera Milano di pochi decimali, ma un dato significativamente più elevato rispetto a città importanti come Roma (20,8%), che in passato ha avuto il primato di città “creativa” italiana, o come Torino (17.7%) o Venezia (15.7%). Da tener presente che in molte città italiane questo gruppo di professionisti creativi supera a malapena il 10% della forza lavoro, come a Prato (10%), Bolzano (11.6) o Ravenna (11.7%), e che la media italiana supera di poco il 13%. Dati che danno ancora più risalto all’eccellente risultato del capoluogo lombardo.
Milano supera Roma e tutte le altre grandi città italiane (tranne Padova che anche su questo fronte la batte per un soffio) anche come livello di istruzione dei suoi lavoratori e della popolazione generale. Il 35.5% di forza lavoro milanese è laureata (contro il 31.2% di Roma, il 25.8 di Torino e il 24% di Venezia), e, più in generale, il 22% della popolazione residente a Milano è in possesso di un titolo di laurea (contro il 19.7% di Roma o il 15% di Torino).
Tutti questi dati mostrano peraltro una forte spinta positiva di Milano, che negli ultimi quindici anni ha saputo migliorare la sua posizione su tutti gli indicatori di professionisti creativi e capitale umano.
Ma il dato che colpisce di più e che caratterizza maggiormente Milano è l’incidenza dei trentenni tra questi professionisti altamente specializzati. Nella fascia di età tra i 30 e i 39 anni, infatti, l’incidenza dei professionisti altamente specializzati è del 27.4%, più alta delle altre fasce di età, superando di quattro punti percentuali l’incidenza di tale categoria professionale tra i quarantenni e cinquantenni. In sostanza quasi un trentenne su 3 a Milano è occupato in professioni ad elevata specializzazione.
La crescita del peso delle professioni altamente specializzate tra i più giovani si nota nella maggior parte delle città italiane, ma in pochi casi con uno stacco così marcato, soprattutto considerato che Milano già da anni si caratterizza come città ad elevata concentrazione di professionisti e parte quindi da percentuali già molto elevate in tutte le fasce di età.
Questo fenomeno può essere legato al progressivo rafforzamento di Milano come polo di formazione di alto livello in varie discipline altamente professionalizzanti (dall’ingegeria all’economia, dal design industriale al giurisprudenza, dalla comunicazione alla moda), nonchè la sua crescente caratterizzazione di città europea ed internazionale, un elemento che attrae in particolar modo i giovani in cerca di ambienti cosmpoliti ed internazionali.
Questa caratteristica impone tuttavia anche delle riflessioni su come riuscire a coltivare e rafforzare questo primato considerato che i giovani professionisti, rispetto alle generazioni precedenti, vivono una situazione di maggior fragilità, dovendo muoversi in un contesto assai più competitivo, internazionale e mutevole. Un contesto che può offrire certamente anche maggiori opportunità di crescita, ma che pone anche grosse sfide ed ostacoli, soprattutto nelle prime fasi di carriera.
Molte città “creative” si sono poste, già da anni, il problema di come bilanciare traiettorie di sviluppo di grande qualificazione e valorizzazione urbana – che rendano la città più attrattiva, internazionale ma anche spingono in alto anche prezzi e costi del vivere in città – con la necessità di non spingere ai margini e di non allontanare i giovani creativi agli inizi della loro carriera, proprio per non compromettere il potenziale di crescita, innvoazione e cretività della città stessa.
Anche Milano, come New York, Londra, Parigi e molte altre città internazionali, ha bisogno di elaborare una strategia per coltivare un ecosistema favorevole allo sviluppo delle professioni intellettuali e altamente specializzate, con particolare attenzione ai quei giovani professionisti creativi agli inizi della loro carriera ma così fondamentali per la vitalità ed il potenziale innovativo della città stessa. Una strategia che potrebbe ben diventare un esempio virtuoso per molte altre città italiane che stanno ancora facendo fatica a trovare una loro dimensione su questo fronte.