Oggi in aula si terranno le votazioni finali sul decreto IMU-Bankitalia. Sulla questione sono state dette molte cose, spesso confuse e contraddittorie.
Scelta Civica è stato l’unico partito che ha cercato di affrontare la questione senza demagogie, senza gridare a scandali dove non c’erano (rivalutare un capitale sociale che è fermo ai valori del 1936 non è uno scandalo, né tantomeno regolamentare i criteri di possesso delle quote da parte di privati in modo da garantire una maggior diffusione dell’azionariato rafforzando quindi l’indipendenza della Banca d’Italia) ma identificando quelli che sono, secondo noi, i veri nodi critici del decreto, e proponendo soluzioni per migliorarlo.
Ho seguito personalmente questa vicenda, intervenendo in aula, seguendo i lavori della Commissione Finanze, confrontandomi inoltre con i funzionari del Ministero dell’Economia e con il relatore del PD. Ho fatto tutto quello che potevo per sensibilizzare i colleghi della maggioranza e del governo su due principali problemi su cui ritengo sia possibile anzi doveroso intervenire. I nodi critici che ho evidenziato riguardano due questioni:
1) il problema del riacquisto da parte di Bankitalia delle quote eccedenti il 3%: il decreto prevede infatti che le banche che attualmente detengono quote superiori al limite del 3% del capitale sociale debbano dismettere tali quote “eccedentarie” e che la Banca d’Italia, per agevolare questo processo di rientro nei limiti del 3%, possa acquistare in via temporanea tali quote eccedentarie (senza però specificare limiti di tempo entro le quali la Banca d’Italia dovrà rivenderle)
2) la questione dei dividendi: il decreto prevede un periodo transitorio di 3 anni in cui le banche dovranno dismettere le quote eccedentarie, durante il quale non avranno diritti di voto legati a tali quote, ma avranno diritto ad incassare i relativi dividendi (che la norma fissa in un limite massimo del 6% sugli utili netti).
A parere mio e di Scelta Civica, questi due aspetti rappresentano un problema in quanto il riacquisto delle quote da parte di Banca d’Italia – al contrario della mera rivalutazione – comporterebbe un immediato esborso di liquidità nelle casse dei principali azionisti della Banca centrale (esborso che, assumendo in via teorica che la banca si riacquisti tutte le quote eccedentarie al prezzo rivalutato, sarebbe pari a oltre 4 miliardi di euro), senza sapere se, quando e a quale prezzo la Banca d’Italia rivenderà tali quote. Con il rischio che la Banca si ritrovi a dover rivendere tali quote ad un prezzo inferiore a quello d’acquisto con conseguente danno patrimoniale per la Banca d’Italia stessa. Una cosa per noi assolutamente inaccettabile.
Sulla seconda questione, la concessione di dividendi nel periodo transitorio, è una misura che genera un disincentivo per le banche a dismettere le quote eccedentarie il prima possibile. Il rischio quindi è che le banche possano mantenere le proprie quote eccedentarie fino al termine previsto per la vendita (per incassare i dividendi), costringendo poi Bankitalia ad acquistarle (con il relativo -e cospicuo- esborso di cui sopra).Scelta Civica non si è mai limitata a criticare ed ha proposto delle soluzioni concrete con degli emendamenti, poi trasformati in ordini del giorno, che dovranno essere accolti o respinti dal Governo nella giornata di oggi.Sulla questione del riacquisto, come Scelta Civica avevo inizialmente proposto di non prevedere alcun acquisto delle quote da parte di Bankitalia, anche considerato l’intento del decreto che si pone come strumento per la creazione di un vero e proprio mercato per le quote in questione.
Se vogliamo creare un vero mercato di tali quote e ci crediamo, ci crediamo punto e basta: lasciamo fare al mercato, no? Di fronte al muro del PD e del Governo su questa possibilità, abbiamo avanzato una seconda proposta che prevede il riacquisto delle quote con pagamento differito al momento (e al prezzo) di realizzo, ovvero Banca d’Italia le paga solo una volta che le ha vendute sul mercato e al prezzo di realizzo. In questo modo si tutela completamente il patrimonio della Banca d’Italia e la si protegge da ogni rischio.
Per quanto concerne la problematica relativa ai dividendi, ho chiaramente espresso la necessità di eliminare la possibilità di ottenere dividendi sulle quote eccedentarie, imputandoli invece alle riserve statutarie della Banca.Credo davvero che siano proposte di buon senso che possano rendere l’operazione chiara e trasparente, senza “regali” alle banche coinvolte.
Vediamo ora come reagirà il Governo. E soprattutto il PD, che resta l’unico partito (assieme a Ncd) che su questi due punti non ha battuto ciglio e per il quale la questione del riacquisto va bene così com’è, con tutti i rischi che vi ho esposto sopra. Vi terrò aggiornati.