La Germania apre al price cap per il gas e Bruxelles si muove: è più vicino il tetto al prezzo a livello europeo?
“Il principale ostacolo in questi mesi sono state le posizione di Olanda e anche Germania, che temeva ritorsioni da parte della Russia e interruzioni delle forniture. Ma la Russia ha comunque utilizzato l’arma delle interruzioni, e adesso la situazione è drammatica in primo luogo proprio per la Germania. Sono quindi abbastanza fiduciosa che, alla luce delle dinamiche delle ultime settimane e dell’incessante lavoro di mediazione del nostro governo, la Germania possa cambiare idea. In tal caso credo che il tetto europeo non sarebbe più così irrealistico né lontano”.
Come Pd chiedete il tetto al prezzo anche a livello nazionale, ma si obietta che non funziona se lo si fa solo in maniera autarchica.
“Infatti il Pd chiede un tetto al prezzo del gas a livello europeo, mentre a livello nazionale propone una cosa molto diversa: un prezzo calmierato per l’energia proveniente da fonti nazionali come le rinnovabili che hanno ancora costi di produzione molto bassi. Intervenendo su queste fonti a basso costo – aumentandone la produzione e “scollegando” il loro prezzo di vendita da quello del gas – si potrebbero fornire contratti a prezzi calmierati a centinaia di migliaia di famiglie e imprese”.
Draghi, però, non è disponibile a “scassare” i conti e non vuole provvedimenti in deficit: è d’accordo?
“Draghi parte da due considerazioni: la prima è che l’Italia ha il debito più alto dell’Unione Europea dopo la Grecia e quindi deve fare molta attenzione a non creare una crisi del debito che avrebbe effetti devastanti come quella energetica. La seconda è che, proprio per l’estrema delicatezza della situazione, sarebbe più opportuno che fosse il nuovo governo ad assumersi la responsabilità di uno scostamento sostanzioso che andrebbe ad aggravare il debito”.
Enrico Letta, in realtà, va oltre e sostiene che con la destra al governo si rischia la bancarotta, ma la Meloni, a differenza di Matteo Salvini e di Forza Italia, sembra si stia assestando su una linea più rigorista.
“La Meloni sta dicendo tutto e il contrario di tutto. Dice che avremmo dovuto estrarre più gas e petrolio nazionale, ma all’epoca dei referendum aveva fatto campagna contro le trivellazioni; dice che dobbiamo fare i rigassificatori, ma il suo sindaco a Piombino è in prima linea a bloccare tutto; dice che dobbiamo essere prudenti sui conti, ma poi la destra ha un programma che farebbe saltare le casse dello stato dopo pochi mesi. Lei cerca di accreditarsi come figura credibile, ma come può essere credibile in questo modo?”.
Più di un partito spinge, comunque, per agire in fretta anche con nuovo debito.
“Troppo comodo per la destra scaricare tutto su un premier che si à fatto cadere poche settimane fa. Il Partito democratico chiede al governo di continuare a sostenere famiglie e imprese, valutando anche ulteriori misure, ma dà la massima fiducia a Draghi, convinti che saprà trovare un giusto equilibrio”.
Resta il fatto che l’emergenza gas è drammatica e non c’è tempo: che cosa si può fare in concreto nell’immediato per imprese e famiglie?
“Il Partito democratico propone cinque azioni: primo, un tetto europeo al prezzo del gas; secondo, per 12 mesi, un regime di prezzi amministrati per l’energia elettrica con il disaccoppiamento tra fonti fossili e rinnovabili; terzo, il raddoppio del credito d’imposta per gli extra-costi energetici delle imprese; quarto, un nuovo contratto “bolletta luce sociale” per microimprese e famiglie con redditi medi e bassi; quinto, un grande piano per le rinnovabili e il risparmio energetico”.