Oggi festeggio una piccola grande vittoria.
Oltre un anno fa fui contattata da una madre che mi segnalò una situazione molto spiacevole e, a mio avviso, veramente assurda. A seguito della morte del padre, il figlio, studente universitario, avrebbe avuto diritto alla pensione di reversibilità. Tuttavia, poichè la morte del padre era avvenuta nel breve lasso di tempo che intercorre tra il conseguimento della laurea triennale e l’iscrizione alla laurea specialistica, ai fini previdenziali il ragazzo non risultava tecnicamente studente al momento del decesso del papà. Con questa motivazione l’INPS aveva negato la reversibilità al giovane studente. Paradossalmente, se invece di essere bravo e completare in tempo il primo ciclo di studi, il giovane avesse ritardato i tempi di laurea, non avrebbe perso tale beneficio. Da quel momento ho iniziato una serie di approfondimenti della normativa e mi sono resa conto che il problema era una questione di interpretazione di una norma che risaliva al 1936: all’epoca (e fino a non molti anni fa) lo status di studente universitario era semplice da determinare: essendovi un ciclo unico di studi o si era iscritti o non lo si era.
Ma con le riforme degli ultimi anni, e con la frammentazione dei percorsi è possibile che vi siano periodi di tempo in cui uno studente non è tecnicamente iscritto ad alcun corso di laurea. Una possibilità non contemplata dalla normativa. Ho iniziato quindi una lunga battaglia per adeguare la legge alle esigenze di oggi e per evitare che un giovane, già penalizzato sul piano umano e personale dalla perdita del padre, finisca per essere penalizzato anche sul piano della crescita e dello sviluppo professionale. Ci sono volute interrogazioni al Ministro (link all’interrogazione del settembre 2014 postata sul sito, https://www.irenetinagli.eu/interrogazioni/366-interrogazione-al-min-poletti-sulle-pensioni-di-reversibilita), interventi in commissione e numerose segnalazioni alll’INPS.
Finalmene, con la circolare 185 della settimana scorsa, l’INPS ha adeguato la definizione di studente che ha diritto alla pensione di reversibilità, contemplando la possibilità di “periodi di transizione” tra un ciclo e l’altro.
Sono molto felice del risultato. Sono solo rammaricata che ci sia voluto così tanto tempo e così tanta fatica per un intervento di semplice buon senso. Per fortuna la madre di quel ragazzo è stata tenace e paziente, e per fortuna il ragazzo è riuscito, nonostante i ritardi, a completare comunque la sua laurea specialistica. A lui vanno i miei migliori auguri per un futuro brillante e ricco di soddisfazioni.
E a tutti quelli che, per una sfortuna del destino, si trovino nella situazione di perdere un genitore mentre sono in transizione tra un ciclo di studi ed il successivo, sappiate che da oggi la normativa è dalla vostra parte e che non perderete delle opportunità di studio per colpa di una normativa vetusta, cieca ed inadeguata.
Cambiare è faticoso e complicato, ma si può.
Buona giornata a tutti.
Irene
PS. Per chi avesse interesse a leggersi la circolare INPS, potete trovarla qui: