La riforma della governance macroeconomica europea e del Patto di Stabilità e crescita non è più una scelta, ma una necessità. Una considerazione che ieri è emersa con forza durante il primo giorno di attività interparlamentare che ha coinvolto la mia Commissione, con la partecipazione di Valdis Dombrovskis, Paolo Gentiloni e dei rappresentanti delle commissioni economiche e finanziare del Parlamento francese.
Prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina hanno richiesto l’applicazione di eccezioni e deroghe al Patto di stabilità e crescita. Ma è chiaro che una governance che funziona solo in condizioni di bel tempo, e che deve essere sospesa tutte le volte che si presenta un problema non è una buona governance.
Allo stesso tempo dobbiamo potenziare gli strumenti europei come Sure e il Recovery Plan.
E proprio l’implementazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza è stato il tema al centro del confronto di oggi con il Primo Ministro portoghese Antonio Costa.
Investimenti in infrastrutture sociali e transizione ecologica e digitale non sono solo obiettivi di ripartenza post-pandemica, ma strategie di lungo periodo dell’Unione Europea, per uno sviluppo duraturo che sappia dare risposte comuni alle crisi globali che stiamo affrontando.
Abbiamo bisogno di regole che consentano un coordinamento macroeconomico efficace all’interno dell’Unione e che consentano di perseguire veramente gli obiettivi di crescita, di sostegno agli investimenti, di trasformazione della nostra economia che ci siamo prefissati.
Perché solo attuando le riforme economiche e rilanciando gli investimenti l’Europa sarà davvero all’altezza delle sfide che abbiamo davanti.