Scelta Civica sta lottando contro un tentativo di controriforma illiberale, portato avanti da M5S e una parte del PD, che vuole tornare ad imporre a tutti i negozi di chiudere nei giorni festivi. Abbiamo lanciato un appello a Matteo Renzi, che da sindaco si era sempre opposto alle chiusure obbligatorie, per cercare di fermare quest’assurdità.
L’appello è stato sottoscritto e rilanciato dall’associazione dei Consumatori Codacons. Perchè non lasciare liberi i negozi di scegliere quando stare aperti o chiusi, a seconda del luogo e del mercato in cui operano e del periodo dell’anno? Non stiamo parlando di “obbligare” all’apertura, ma semplicemente di non obbligare alla chiusura. Poi ciascuno deciderà in autonomia. Si chiama libertà.
Ecco cosa scrive oggi Dario Di Vico sul Corriere della Sera:
Negozi aperti anche nei fine settimana: marcia indietro dannosa
di Dario Di Vico, Corriere della Sera del 4 Aprile 2014
Che cosa pensa della liberalizzazione degli orari dei negozi il premier Matteo Renzi? A porre la domanda, tutt’altro che peregrina, è in queste ore Scelta Civica che si muove in piena coerenza con i provvedimenti di apertura adottati dal governo Monti e con lo scopo di evitare che vengano cancellati nella sostanza.
A Montecitorio, infatti, è nata in sede di commissione una strana alleanza tra Movimento 5 Stelle e Pd che sta producendo un testo di legge per chiedere il ripristino delle chiusure domenicali obbligatorie degli esercizi commerciali. I promotori puntano a portarlo in Aula addirittura entro aprile e proprio contro questo blitz si è mossa Scelta Civica.
Oggi i negozi sono liberi di restare aperti nei weekend e nei giorni di festa e, pur in una fase di mercato estremamente difficile (i consumi ristagnano oramai da tempo), la novità ha permesso di produrre nuovi posti di lavoro e di distribuire più salario.
Tornare drasticamente indietro vorrebbe dire fermare questo processo, rafforzare i poteri burocratici delle autorità locali e sovrapporsi alla libera scelta degli imprenditori di cercare gli orari più favorevoli e flessibili. In ragione dei differenti contesti urbani, dei target dei consumatori e dell’evoluzione degli stili di vita. Chi la presenta come una norma contro i commercianti non favorisce l’evoluzione di questo mondo che, seppur controvento, sta cercando di innovare la propria cultura.
Si pensi alla sperimentazione dei distretti commerciali in Lombardia, al numero (cospicuo) di giovani che scelgono di aprire un punto vendita come forma di primo auto-impiego o, ancora, all’adattamento all’e-commerce.
La liberalizzazione non è certo la panacea del settore ma una pre-condizione per renderlo moderno, più competitivo e più veloce nella reazione agli input del mercato. In chiave politica sarà interessante vedere come e se Renzi risponderà al guanto di sfida lanciatogli dai deputati di Scelta Civica. Da sindaco di Firenze, sostengono, non avrebbe avuto dubbi. Da premier e da segretario del Pd vedremo.