In attesa della presentazione del libro questa sera alla Libreria Rinascita, ecco la mia intervista di oggi su La Nazione di Empoli.
Empoli, 21 giugno 2014 – Il suo “futuro a colori” se l’è costruito passo dopo passo cogliendo tutte le opportunità cercate intensamente, ma anche quelle che fatalmente il destino le ha messo davanti. L’onorevole Irene Tinagli, 40 anni, deputata di Scelta Civica, è un’economista di fama internazionale e autrice di “Un futuro a colori” edito da Rizzoli.
“Questo libro – spiega Tinagli – è un atto d’amore verso i miei studenti, i molti giovani e i tantissimi genitori spiazzati da una realtà di cui sono incapaci di cogliere contorni, logiche e funzionamento”.
– Ci convinca a leggere il suo libro…
“Accende una scintilla, rimette in moto la voglia di muoversi, di provarci. Trovandomi a lavorare in contesti molto diversi a livello internazionale, ho avuto modo non solo di analizzare casi-studio e numeri, ma anche di toccare con mano, attraverso le storie di moltissime persone, le incredibili opportunità di lavoro e di realizzazione che sono emerse negli ultimi anni un po’ ovunque. Ho incontrato persone di ogni età e provenienza, alcune giovanissime, altre provenienti da paesi poveri e abbandonati, che grazie alle nuove opportunità economiche, tecnologiche ed educative, sono riuscite a costruire qualcosa di bello, innovativo e gratificante”.
In un mondo che offre molte più opportunità rispetto al passato come si fa a riconoscere quelle migliori?
“Il segreto è informarsi, essere selettivi, guardarsi dentro per capire quello che ci piace fare e non solo quello in cui siamo più bravi. A volte basta alzare la testa, aprire le finestre, buttare il cuore oltre l’ostacolo e rompere gli schemi. Sganciarsi dagli stereotipi che i nostri genitori, in buona fede, ci spingono ad inseguire. Spesso siamo condizionati dal contesto in cui siamo nati, in cui cresciamo, dai consigli che ci arrivano e dalle aspettative che ci circondano. Ognuno deve trovare la sua misura di successo”.
Ma con una disoccupazione giovanile sopra il 40 per cento come si fa ad essere ottimisti?
“In realtà viviamo all’interno di un paradosso: sono aumentate le aziende che non trovano profili professionali adatti alle loro esigenze e in Europa sono circa 2 milioni i posti vacanti. Evidentemente non è vero che non c’è lavoro, è che non si colgono le opportunità. Restare in attesa di un concorso o sperare di trovare un posto di lavoro vicino a dove siamo nati e cresciuti è condannarsi ad una vita di insoddisfazione. La propria dimensione di successo e felicità va costruita attraverso dei percorsi fatti di esperienze, maturate anche all’estero”.
Lei pensa che in Italia per i giovani non ci sia futuro?
“Il mercato del lavoro è fermo a 20 anni fa. Poco si è fatto per tutti quei contratti a tempo determinato e per il mondo delle partite Iva. La flessibilità va accompagnata con una sicurezza sociale altrimenti diventa precarietà. Ciò non vuol dire reddito per tutti, ma dare sostegno nel momento in cui una persona deve ricollocarsi o prova a rimettersi in gioco”.
Professoressa Tinagli nel suo futuro a colori qual è la tonalità cromatica che preferisce?
“Rosso, il colore di chi non molla mai”.