Di seguito la recensione di Un Futuro a Colori a firma di Stefano Folli de Il Sole 24 Ore:
“Il futuro è come una tela, può essere bianca o nera, ma noi abbiamo il potere di renderla viva e unica riempiendola di colori e sfumature, rendendo il bianco meno noioso e il nero meno triste. Non è detto che ne esca una Gioconda o una Primavera di Botticelli ma sarà comunque la nostra piccola grande opera d’arte”.
Così scrive Irene Tinagli per invitare i ragazzi delle nuove generazioni a non aver paura. Per sollecitarli a osare, a sfidare il domani uscendo di casa, viaggiando, sbagliando e correggendosi. Per spingerli a essere creativi, senza essere imbarazzati dalla loro stessa fantasia, dal talento ancora inespresso. Soprattutto a non perdere mai la speranza.
Non abbiate paura di nulla se non della paura stessa, diceva Franklin Delano Roosevelt. E l’autrice fa suo, nella sostanza, questo appello ottimistico in una stagione in cui l’ottimismo è diventato merce rara e ovunque prevale lo sconforto.
Irene Tinagli può portare la sua personale esperienza. A quarant’anni appena compiuti questa donna brillante cui non fa certo difetto il coraggio si è laureata alla Bocconi, si è specializzata alla Carnegie Mellon di Pittsbourgh, ha vinto una cattedra all’Università Carlos III di Madrid, ha scritto numerosi saggi e oggi è entrata alla Camera dei Deputati nella lista di Scelta Civica.
Quindi si capisce perchè sia titolata per il compito più arduo: scuotere i giovani dalla tendenza alla rassegnazione. Un futuro a colori è possibile e le opportunità professionali non mancheranno per chi avrà la forza d’animo di afferrarle.
In fondo è fuorviante il luogo comune secondo cui le nuove generazioni stanno peggio di quelle che le hanno precedute. Non è vero nei cosiddetti Paesi emergenti, dall’India alla Cina, dal Brasile al Sudafrica, dove fino a qualche tempo fa sembrava impossibile nutrire la benché minima speranza nel futuro e oggi tutto sta cambiando.
Perché dovrebbe essere vero nella nostra Europa che ha dimostrato tante volte nel corso della sua storia di sapere come ci si rialza dopo una crisi?
L’importante è sentirsi liberi dai condizionamenti, liberi di imboccare la propria strada senza dar retta alle voci di chi la vita l’ha già vissuta.