L’emergenza Coronavirus continua e si sta allargando ad altri Paesi Europei. Assieme alle preoccupazioni e alle misure per arginare il problema sanitario, aumentano le preoccupazioni per i danni economici che ne seguiranno – e che in molti settori si stanno già manifestando in maniera pesante.
Visto che in queste ore siamo bombardati da polemiche, opinioni, dati spesso non ben verificati, provo ad aggiornarvi sulle ultime informazioni e stime provenienti da fonti ufficiali e attendibili.
La domanda più ricorrente è: quali sono le stime sull’impatto economico del coronavirus?
Si sentono molti numeri ma di fatto è difficile fare una stima precisa: ogni giorno le stime cambiano a seconda delle dinamiche di diffusione del virus e delle misure prese dai vari Paesi per contenerla.
In Italia, la settimana scorsa, le prime stime indicavano una perdita tra i 4 e i 7 miliardi (il Governatore della banca D’Italia aveva indicato una perdita di circa 4 miliardi, Confcommercio stimava tra i 5 e i 7, la società di ricerca Prometeia circa 6 miliardi). Stime più recenti alzano la soglia superiore, ma molto dipenderà dalla durata del problema e dalle dinamiche negli altri Paesi.
Ieri sono uscite le stime dell’OCSE sull’impatto che potrebbe avere su scala mondiale. L’analisi prevede due possibili scenari:
- Uno scenario-base: basato sulle informazioni disponibili fino alla settimana scorsa, che prevede focolai più importanti, oltre che in Cina, in Giappone e Corea, e meno in Europa e USA. Questo scenario prevede una riduzione della crescita globale dal 2,9% al 2,4% (circa 0,5 pp in meno rispetto all’ultima previsione), con un calo più pronunciato per Cina (-0,8 punti percentuali, dal 5,7% al 4,9%), e più lieve per Europa, che andrebbe dall’1,1% allo 0,8%, con un calo più marcato per l’Italia, che vedrebbe la crescita del PIL azzerata (dallo 0,4% allo 0%).
- Uno “scenario al ribasso” (“downside”), in cui il virus si diffonde largamente anche in USA e in Europa: in questo caso l’economia mondiale rallenterebbe in misura più importante e la previsione di crescita è dimezzata: da 3% circa, a 1,5% circa. Il Giappone e l’Eurozona andrebbero molto probabilmente in recessione, e gli Stati Uniti verso crescita 0.
Che risposte dare? La capo-economista dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) raccomanda tre tipi di interventi:
- Prima di tutto: fornire risorse necessarie ai sistemi sanitari perché funzionino correttamente e per efficaci campagne di prevenzione. Questo è fondamentale: solo se riusciamo a contenere e gestire l’emergenza sanitaria potremo contenere anche l’impatto economico.
- Supporto alle persone e lavoratori, come, ad esempio, misure straordinarie di cassa integrazione.
- Supporto alle imprese, con misure a sostegno della liquidità come, per esempio, differimento di versamenti e scadenze contributive o fiscali, e/o prestiti agevolati di emergenza. Possono essere utili anche misure per rimettere in moto l’economia in senso più ampio come per esempio sbloccare/accelerare investimenti pubblici già stanziati.
Cosa sta facendo l’Italia?
Quelle suggerite ieri dall’OCSE sono in linea con le misure che ha preso e sta prendendo il Governo Italiano, che la settimana scorsa ha varato un primo decreto d’emergenza mirato alle imprese delle zone più colpite, a cui si è aggiunto un secondo decreto varato ieri per gestire e coordinare meglio l’emergenza sanitaria, a cui si aggiungerà un terzo venerdì per ulteriori misure economiche ad ampio raggio (non solo per le zone colpite), che conterrà misure in linea con quelle consigliate dall’OCSE e probabilmente anche interventi ulteriori. Un provvedimento che implicherà un costo di circa 3,6 miliardi, che verrà coperto con un aumento del deficit, per il quale l’Europa ha già mostrato apertura e flessibilità.
In futuro potranno esserci altri provvedimenti, ma credo che, a questo stadio, sarebbe inutile (probabilmente anche controproducente considerato che ogni euro di spesa va fatto a deficit) erogare decine di miliardi a pioggia senza avere ancora ben chiara l’evoluzione dell’emergenza, le necessità/priorità e l’impatto sui vari settori. Credo invece che sia corretto l’approccio del Governo, che si è mosso tempestivamente ma per gradi, cercando da un lato di avere di volta in volta tutte le informazioni utili per tarare al meglio gli interventi, dall’altro cercare un costante coordinamento con le istituzioni Europee. Ieri la Commissione Europea ha creato una Task Force per gestire l’emergenza ed il Commissario all’economia Paolo Gentiloni ha annunciato che “L’UE è pronta a utilizzare tutte le opzioni politiche disponibili se e quando necessario per salvaguardare la nostra crescita da questi rischi al ribasso”. Oggi si terrà la conference call del Presidente dell’Eurogruppo per discutere possibili interventi e misure a livello Europeo, mentre la la Banca Centrale Europea (BCE), come annunciato ieri dalla Presidente Lagarde, sta monitorando attentamente la situazione ed pronta a varare nuove misure di sostegno alle imprese, oltre ad essere a lavoro su nuove analisi che saranno probabilmente comunicate all’inizio della settimana prossima).
La Commissione Europea ha preparato una pagina web dove è possibile trovare aggiornamenti sulla diffusione del virus, stime, analisi e ogni altra informazione o link che possa essere utile:
https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/health/coronavirus-response_en
Vi terrò aggiornati su ulteriori sviluppi. Per il momento spero che le polemiche si possano placare e che si possa lavorare tutti assieme con calma e razionalità.