Oggi a Davos si parlerà di Digital Tax . È tempo di superare i veti e le minacce per raggiungere un accordo internazionale. Con alcuni colleghi del Parlamento Europeo abbiamo promosso iniziativa per dialogo serio con il Congresso USA. È importante che l’Europa si esprima con una sola voce nello sforzo di perseguire una tassazione più equa. Qui trovate il testo della lettera che abbiamo indirizzato al Congresso Americano.
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Ill.mi Membri del Congresso,
In una fase di crescente scetticismo sulla globalizzazione, di pressione montante sui nostri sistemi di welfare, di profonda preoccupazione per i livelli di diseguaglianze, i nostri cittadini richiedono azioni concrete. Dal Michigan alle periferie di Milano, in molti richiedono un’economia e una società più eque. Per far fronte a queste sfide, dobbiamo porre fine alle manovre fiscali di molte grandi aziende multinazionali, che troppo spesso trovano nelle zone d’ombra normative modalità per contribuire fiscalmente meno del dovuto. Questo comporta uno svantaggio ed un peso che grava sui redditi medi e sulle piccole e medie imprese, che rappresentano le fondamenta delle nostre economie.
I nostri cittadini hanno ragione a richiedere tutele e parità di trattamento. Negli ultimi decenni, i ricavi derivanti dalle tasse sulle imprese sono crollati. Tra il 1995 e il 2017, le entrate fiscali si sono ridotte del 30%. Nell’UE, la tassazione media è diminuita del 32% dal 2000. È di fondamentale importanza che le aziende, non sono gli individui, contribuiscano equamente alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Per raggiungere tale obiettivo, dobbiamo porre fine al trasferimento di miliardi di profitti nei paradisi fiscali.
Il principio secondo cui le tasse debbano essere pagate laddove si genera profitto, non è più attuale. Questa non è una conseguenza inevitabile della globalizzazione. La mancanza di coordinamento ha consentito a questo fenomeno di crescere. In un mondo dominato dalle aziende multinazionali, le soluzioni unilaterali non producono risultati ottimali ma, al contrario, generano nuove lacune. I negoziati BEPS 2.0 promossi dall’OCSE rappresentano la perfetta opportunità per modernizzare i principi che governano un sistema di tassazione sulle imprese ormai obsoleto, per colmare le lacune, affrontare le carenze del sistema e garantire una tassazione equa ai nostri cittadini. Al contempo, ampliando la base imponibile si riduce la necessità di incrementare la pressione fiscale.
Le nostre aziende e i nostri cittadini si sono adattati alla nuova economia; il sistema fiscale che ne governa gli scambi e le relazioni dovrebbe fare lo stesso. Dobbiamo abbandonare il principio di libera concorrenza ed allinearci su forme di tassazione unitaria. Concetti come il livello minimo di tassazione, l’armonizzazione della base fiscale, ed il consolidamento dei profitti tassabili oltre confine dovrebbero essere presi in considerazione. Questa è stata la spinta alla base della Risoluzione del Parlamento Europeo di Dicembre scorso, che alleghiamo a questa lettera.
Esiste un ampio consenso, nella società e in politica, sulla necessità di sostenere le classi sociali medie e meno avvantaggiate e inibire che alcuni si sottraggano al proprio dovere civico – come il pagamento delle imposte – che dovremmo invece affrontare assieme. In aggiunta, molte aziende richiedono un sistema di regole fiscali più stabile e meno complicato. In tal senso, i Parlamentari Europei firmatari di questa lettera, vi chiedono di unire le forze. Dobbiamo chiedere alle nostre rispettive amministrazioni di adottare un approccio costruttivo nei negoziati OCSE in corso, contribuendo a stabilire un sistema fiscale ben funzionante. Questo significa spingere i governi a tassare le aziende, incluse quelle digitali, che oggi non contribuiscono, o lo fanno in misura estremamente ridotta, sul fronte fiscale. Al contrario, annunci sull’imposizione di tariffe e dazi in risposta a tali misure dovrebbero essere criticati da entrambe le nostre istituzioni.
Speriamo che insieme potremo stimolare lo sviluppo di un sistema più giusto ed equo dove tutti, indipendentemente dal reddito, paghino quanto dovuto.