Nella giornata contro l’omofobia, transfobia e bifobia, non posso non andare con la memoria a quando, venti anni fa, iniziai ad esplorare, assieme al professor Richard Florida, le dimensioni socio-culturali collegate alla crescita economica e all’innovazione.
Una ricerca che ci portò ad approfondire una dimensione fondamentale ma spesso trascurata dello sviluppo: quella dell’inclusione e del grado di apertura di una società nei confronti di persone con diversa origine, provenienza e diverso orientamento sessuale.
Questo approccio di ricerca ci portò a costruire una serie di nuovi indicatori, tra i quali uno in particolare che all’epoca fece “notizia”: il “Gay Index”, una misura della presenza e l’accettazione di omosessuali in una città. Questo indicatore mostrava una correlazione molto forte con quasi tutte le dimensioni della capacità innovativa di un territorio e questo risultato emergeva praticamente in tutte le realtà in cui l’analisi veniva replicata.
Nonostante la sorpresa di molti, c’era e c’è una spiegazione molto semplice: l’innovazione per realizzarsi ha bisogno di interazioni creative, di una ampiezza e varietà di competenze e prospettive che si intreccino e si contaminino continuamente, ha bisogno di libertà di espressione, di un clima socio-culturale che incoraggia la sperimentazione, che accoglie l’elemento di novità e di diversità senza stigmatizzarlo ma integrandolo e valorizzandolo. Solo così l’innovazione può trovare terreno fertile per crescere e svilupparsi.
Un motivo in più per sostenere con forza ogni misura necessaria per promuovere una maggiore inclusione, per far sì che ogni cittadino possa sentirsi accettato, sicuro e valorizzato nella comunità in cui vive. Un motivo in più per sostenere il #DdlZan e ogni iniziativa che contribuisca a informare e sensibilizzare su un elemento fondamentale per la crescita e il progresso della società, come il Rapporto promosso da EDGE e realizzato da Tortuga e presentato nell’evento di questa mattina moderato da Tonia Mastrobuoni.