Irene Tinagli, Lega e Italia viva hanno annunciato che non rinunceranno ai loro emendamenti sulla riforma Cartabia.
È un testo concordato tra tutte le forze di maggioranza, frutto di ore e ore di lavoro, e l’intesa era che dopo aver trovato un punto di equilibrio, come è stato fatto, i partiti che sostengono il governo avrebbero ritirato i loro emendamenti. Perciò andare ora ad aprire questo vaso di Pandora, portando invece gli emendamenti in aula, pone un enorme problema. Peraltro si tratta di una riforma prevista dal Pnrr. La mossa di Lega e Italia viva preoccupa: ci aspettano mesi durissimi, riforme importanti, e questa decisione di smontare un accordo di maggioranza non è certo un buon viatico. A questo proposito mi vengono in mente le parole del nostro segretario: andando avanti a forzature la candela si spegne.
Lega e Italia viva si differenziano sulla riforma Cartabia, i 5 stelle sulle spese militari…Teme che sia partita una lunga campagna elettorale?
In un momento come questo nessuna parte politica può auspicarsi fibrillazioni che si scaricano sul governo. Mi auguro che questa consapevolezza tenga a freno le pulsioni elettorali. Certo più ci avviciniamo alla elezioni e più queste pulsioni si faranno sentire. Capisco che siano dinamiche inevitabili nella politica, però poi c’è anche il senso della realtà, non voglio neanche dire di responsabilità visto che questa parola sembra non piacere ad alcuni.Chissà poi perché: abbiamo ancora 150 morti al giorno di Covid, una guerra devastante in atto che sta uccidendo migliaia di persone e strozzando l’economia, se non si è responsabili ora quando lo si deve essere? Chiamiamolo comunque senso della realtà e la realtà adesso è che se noi non siamo in grado di tenere salda la barra e saldo il governo il Paese rischia. L’Italia in questa fase delicata ha bisogno di un governo che possa negoziare in Europa e portare avanti il Pnrr”.
Qualcuno direbbe che queste differenziazioni siano fisiologiche…
Non mi sorprende che ci siano posizioni diverse, siamo in democrazia, ci mancherebbe, però la sensazione è che a volte ci siano dei pretesti per attirare l’attenzione dei media e del consenso a breve.
Tinagli, lei prima parlava della guerra che sta strozzando l’economia: siamo già in recessione?
No, non siamo in recessione, i dati parlano di un rallentamento della crescita. Le dinamiche, però, sono molto preoccupanti e dobbiamo stare in allerta per prevenire la terza recessione in dieci anni. Perciò il Pd sostiene che occorra puntare a misure per sostenere le imprese, soprattutto quelle piccole, le famiglie e i redditi da lavoro. Si deve intervenire subito.
Si andrà a uno scostamento del bilancio come chiedono già Lega e Movimento 5 stelle?
Noi stiamo ragionando su altre ipotesi. Per esempio un ulteriore intervento sugli extra-profitti che finora è stato molto limitato. Lo scostamento non può essere il punto di partenza. Vedo che alcuni partiti già da mesi gridano scostamento scostamento senza neanche capire e dire per che cosa. Ci vuole serietà. Per un Paese ad alto debito come il nostro lo scostamento è l’extrema ratio. Noi vogliamo invece partire dalle misure: capire che cosa serve e come possiamo fare a trovare le coperture per evitare lo scostamento. Se poi dovessimo renderci conto che lo scostamento è necessario, dovremo farlo mirato e circoscritto per realizzare gli interventi realmente necessari.