«Le primarie sono un progetto di unione, non di divisione».
Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd, oggi farà un incontro online con Matteo Lepore alle 14.30: Europa, Italia, Bologna. E il 15 verrà Enrico Letta.
Al Nazareno siete tutti per Lepore. Ma a Bologna ci sono pezzi di Pd con Isabella Conti e sono partiti i ricorsi. Come giudica questa divisione?
«Il Pd per Bologna ha scelto un metodo, quello delle primarie vere, che serve per selezionare un candidato ma anche per ricreare un campo di centrosinistra unito. I gazebo sono una scelta coraggiosa e di lungo periodo. Mi spiace che alcuni si fermino a guardare il dito piuttosto che alla luna».
La campagna elettorale ha raggiunto toni molto accesi…
«Negli ultimi giorni pare sia stato ritrovato un clima più sereno. Ho accolto con piacere l’iniziativa di Lepore che ha avviato un percorso di approfondimento sui temi e sul programma, credo che questo possa aiutare a recuperare lo spirito delle primarie, concentrandosi sulle proposte e mettendo da parte le polemiche».
Dopo gli scontri, si potrà far parte della stessa squadra, magari con posti in giunta?
«L’appello a ritrovare unità e lavorare in squadra per il bene della città è lo spirito giusto con cui affrontare la sfida delle Comunali. Ma mi sembrerebbe poco rispettoso verso entrambi i candidati e ancor più verso gli elettori mettersi a fare calcoli a tavolino su possibili incarichi».
Il vicesegretario dem, Provenzano, al ‘Carlino’ disse: «Renzi vuole prendersi lo scalpo del Pd». È d’accordo?
«Pur con tutto l’affetto per Renzi, non vedo come possa rappresentare una minaccia per il Pd, né a Bologna né altrove».
Lepore ha lanciato la dote per i 18enni per andare all’estero, rivisitando la proposta di Letta con tante critiche. Che cosa ne pensa?
«Siamo un Paese strano. Sono anni che lamentiamo scarsi investimenti sui giovani, ma poi se viene proposto un intervento a loro favore questo suscita veti e critiche, mentre nessuno batte ciglio quando mettiamo decine di miliardi per le pensioni anticipate, o per incentivi e agevolazioni non sempre mirati».
L’asse col M5s si farà se vincerà Lepore, mentre il centro propende per la Conti. Qual è la coalizione ideale?
«Quella che vincerà le elezioni e che saprà valorizzare la capacità che ha Bologna di unire cultura e impresa, solidarietà ed efficienza, bellezza e pragmatismo. Caratteristiche che potranno rafforzarsi con i progetti del Piano nazionale di ripresa».
Come mai nelle città al voto il Pd non schiera neanche una donna?
«È un pensiero che mi tormenta. Il Pd affida le scelte ai territori e alle federazioni locali del partito, evitando d’imporre scelte dall’alto. In molti casi abbiamo raccomandato le primarie proprio per allargare la partecipazione e per favorire candidature nuove e femminili, ma questo strumento non è sufficiente. Se le donne sono restie a candidarsi alle primarie significa che c’è qualcosa che non va, che serve un lavoro più profondo. Ho sottoposto il tema al segretario».
Comunali: qual è la posta in gioco per Letta e il Pd?
«La posta più alta è quella che riguarda i cittadini delle realtà che vanno al voto. Puntiamo a fare il risultato migliore possibile, ma tra elezioni nazionali e locali ci sono dinamiche molto distinte».