Ho presentato un’interpellanza al Ministero dello Sviluppo Economico e a quello dell’Economia e delle Finanze per chiedere trasparenza sulle agevolazioni a fondo perduto erogate ad aziende e multinazionali dall’Agenzia Invitalia nell’ambito dei cosiddetti “contratti di sviluppo”.
Al di là del merito dei progetti finanziati e dell’appropriatezza dello strumento utilizzato (l’agevolazione a fondo perduto), ciò di cui chiedo conto nell’interpellanza è semplicemente informazione e trasparenza.
Infatti, né sul sito di Invitalia né su quello dei due Ministeri di competenze (MISE e MEF) si riscontrano dati su tali interventi, sui criteri di selezione, sull’avanzamento dei lavori e sull’impatto occupazionale. Le uniche informazioni che sono riuscita a reperire sono i comunicati stampa relativi ai contratti di sviluppo siglati negli ultimi 18 mesi, che fanno riferimento a nove progetti per un totale di 400 milioni di cui 166 finanziati a fondo perduto.
Non si trova inoltre traccia né sul web né in Parlamento delle relazioni semestrali e annuali che Invitalia è tenuta ad inviare (e presumibilmente invia) al Ministero. L’unica relazione annuale disponibile in parlamento si riferisce al 2011. Credo che sarebbe un’importante azione di trasparenza verso i cittadini e un importante strumento di “policy” per il parlamento poter avere accesso a queste informazioni, sia per sapere come vengono investiti i soldi pubblici che, soprattutto, per poter valutare l’efficacia degli interventi e migliorare le politiche pubbliche a supporto dello sviluppo economico ed industriale del paese. Mi auguro che questa interpellanza possa sollecitare il Ministero a rendere presto pubbliche queste informazioni.
Di seguito il testo integrale dell’interpellanza.
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Interpellanza urgente 2-00602 presentato da
TINAGLI Irene
testo di Martedì 1 luglio 2014, seduta n. 254
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
Invitalia è una società per azioni partecipata al 100 per cento dal Ministero dell’economia e delle finanze che fu istituita con il nome «Sviluppo Italia» con il decreto-legge n. 1 del 1999 del Governo D’Alema a seguito dell’accorpamento di varie società ed enti di promozione ed ha assunto la denominazione di «Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa» con il comma 460 della legge finanziaria per il 2007;
Invitalia «agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo», favorendo gli investimenti esteri, sostenendo la crescita del sistema produttivo e valorizzando le potenzialità dei territori;
nel quadro delle attività promosse dall’Agenzia in materia di incentivi alle imprese, Invitalia opera attraverso vari strumenti, tra i quali la sottoscrizione dei cosiddetti «contratti di sviluppo» – agevolazioni istituite con decreto ministeriale 24 settembre 2010 e regolamentate dal recente decreto ministeriale 14 febbraio 2014 – rivolti ad imprese italiane ed internazionali per la realizzazione di grandi investimenti per un minimo di 7,5 milioni di euro ed un massimo di 20; l’Agenzia, una volta valutate le domande delle imprese interessate, eroga i finanziamenti sotto forma di contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, contributi in conto interessi;
stando ai dati disponibili, accessibili solo attraverso i comunicati stampa dell’Agenzia, dal gennaio 2013 a giugno 2014, l’Agenzia ha firmato nove contratti di sviluppo prevalentemente con multinazionali come Unilever, Vodafone, Rolls-Royce, o aziende partecipate come MBDA, posseduta per il 25 per cento da Finmeccanica, la quale ha ricevuto contributo a fondo perduto per 18,1 milioni di euro per un non meglio specificato «potenziamento e ampliamento di alcuni stabilimenti dell’area industriale della provincia di Napoli»;
i nove contratti siglati da Invitalia hanno attivato investimenti per un totale di 400 milioni di euro di cui 166 milioni a titolo di agevolazioni a fondo perduto concesse dall’Agenzia, pari al 41,5 per cento degli investimenti complessivamente attivati;
i fondi elargiti da Invitalia, a quanto consta agli interpellanti, risultano così distribuiti:
in Campania:
19,5 milioni di euro su un investimento complessivo di 38 milioni per gli stabilimenti Rolls-Royce; 16,7 milioni di euro su 32 milioni complessivi per le Officine Grafiche di Mauro;
10,2 milioni di euro su 35 milioni totali per Unilever;
18,1 milioni di euro su 48,3 milioni per MDBA;
in Sicilia:
18 milioni di euro su 61 milioni di euro per le opere infrastrutturali Telecom Italia;
15 milioni di euro su 50 milioni complessivi per Vodafone;
30 milioni di euro su 47 per il gruppo energetico Sasol;
in Puglia:
26,3 milioni di euro su 48 milioni per Enterra;
12,4 milioni 41 milioni di euro complessivi per Bridgestone Italia;
le uniche informazioni disponibili in merito ai succitati progetti sono quelle rinvenibili nei comunicati stampa, che in sei casi su nove riportano solo l’ammontare complessivo dell’investimento senza i necessari dettagli sui processi o prodotti industriali oggetto di investimento, né sui risultati attesi in termini di incrementi di produttività, efficienza, fatturato, occupazione e, più in generale, sviluppo del territorio;
nei tre progetti che riportano indicazioni sull’impatto occupazionale previsto non sono presenti analisi o informazioni di dettaglio a supporto dell’impatto occupazionale previsto, ipotesi che in taluni casi risultano in contrasto con altre fonti di informazione, come per esempio nel caso del progetto finanziato a favore della società Enterra per la costruzione di una centrale elettrica a biomasse il cui impatto occupazionale era stato stimato dall’amministratore delegato di Enterra stessa Jacques Levy in circa 70-80 unità tra assunzioni dirette e indotto (stima riportata dal quotidiano il Sole24ore nel dicembre 2013), contro i 130 nuovi posti di lavoro dichiarati nel comunicato stampa di Invitalia;
non risultano inoltre disponibili, né sul sito di Invitalia né dei due Ministeri competenti, documenti, rapporti o comunicati sugli sviluppi dei progetti finanziati, il loro stato di avanzamento e i risultati ottenuti nel tempo, neppure dei primi progetti avviati nel gennaio 2013;
ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 1999 «La società presenta annualmente al Ministero dello sviluppo economico una relazione sulle attività svolte ai fini della valutazione di coerenza, efficacia ed economicità e ne riferisce alle Camere»;
l’ultima relazione in possesso del Parlamento è stata presentata nel luglio 2012 e si riferisce alle attività dell’Agenzia nell’anno 2010;
dal 2012 non sono più pervenute le relazioni annuali che Invitalia è tenuta a fornire al Parlamento e la precedente relazione risale al 2006, anno in cui l’Agenzia era ancora denominata «Sviluppo Italia»;
l’articolo 9, comma 8, lettera a), del decreto ministeriale 14 febbraio 2014 prevede che l’Agenzia valuti «la coerenza industriale e la validità economica del programma di sviluppo nonché l’impatto occupazionale del programma stesso»;
l’articolo 13, comma 2, dello stesso decreto prevede inoltre che al 30 giugno e al 31 dicembre di ciascun anno l’Agenzia presenti al Ministero [dello sviluppo economico] «un rapporto semestrale sulle attività svolte, fornendo in particolare dati e informazioni riguardanti l’avanzamento fisico, finanziario e amministrativo dei programmi di sviluppo e le eventuali revoche effettuate (…)» e prevede inoltre che tale rapporto contenga «anche un prospetto riportante i dati identificativi delle imprese beneficiarie e l’importo delle agevolazioni erogate, l’indicazione dei programmi di sviluppo cofinanziati dalle Regioni e l’importo del cofinanziamento, la natura delle risorse finanziarie utilizzate»;
oltre ai contratti di sviluppo citati l’Agenzia dispone di numerosi altri strumenti ed agevolazioni, finanziamenti a tasso agevolato e a fondo perduto, che eroga sia direttamente che indirettamente attraverso le sue numerose società partecipate;
la legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) aveva previsto un piano di riordino delle 216 partecipazioni dirette ed indirette di Invitalia, di cui si ha un primo aggiornamento nel rapporto relativo all’anno 2010 (secondo il quale molte partecipazioni risultano ancora in possesso di Invitalia o della società veicolo Invitalia partecipazioni), ma di cui non si ha alcun aggiornamento sugli sviluppi avvenuti negli anni successivi –:
se i Ministri non intendano:
a) emanare al più presto una direttiva ministeriale volta a rendere pubbliche ed accessibili tutte le informazioni riguardanti i contratti di sviluppo nel momento in cui essi vengono sottoscritti da Invitalia, incluse le analisi in merito alla «coerenza industriale e la validità economica del programma di sviluppo, nonché l’impatto occupazionale del programma stesso», e le procedure ed i criteri adottati per l’assegnazione delle agevolazioni al fine garantire una maggiore trasparenza delle attività dell’Agenzia Invitalia;
b) provvedere ad elaborare al più presto un’aggiornata relazione da presentare al Parlamento sull’operato dell’Agenzia, sui fondi elargiti durante gli anni che non sono stati coperti dalla relazione annuale prevista ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 1999 e sugli sviluppi del piano di dismissioni ex legge n. 296 del 2006;
c) provvedere alla tempestiva pubblicazione sui siti del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell’economia e delle finanze della relazione semestrale dovuta da Invitalia il 30 giugno 2014.