Quella che si sta chiudendo è stata una settimana molto importante in Europa, durante la quale abbiamo votato – ed eletto – la Presidente della Commissione: Ursula Von Der Leyen. Una elezione per niente scontata che ha attraversato momenti anche piuttosto difficili.
Tutto è iniziato due settimane fa, quando il Consiglio ha rivelato il suo “pacchetto di nomine”: Ursula Von Der Leyen (VDL) per la Commissione, Christine Lagarde alla Banca Centrale Europea, Charles Michel per la Presidenza del Consiglio Europeo.
Il percorso si è rivelato subito in salita: dopo il primo colloquio che il gruppo S&D ha avuto con la candidata Ursula VDL non nego ci sia stata un po’ di delusione tra i deputati, dovuta alla genericità delle risposte date rispetto agli impegni richiesti. Se buone sono state le risposte date da subito sui temi ambientali e su alcune garanzie sociali per i lavoratori, minori risposte sono arrivate sui temi sollevati dalla delegazione italiana quali flessibilità di bilancio, piano straordinario degli investimenti e armonizzazione fiscale in Europa, immigrazione.
Come gruppo socialisti e democratici abbiamo quindi deciso di inviare una lettera alla candidata per chiedere impegni più precisi sulle richieste da noi fatte. Lo stesso ha deciso di fare il gruppo Renew Europe.
Nella risposta ricevuta abbiamo subito trovato significative aperture alle richieste, dove prendeva impegni chiari soprattutto sul fronte sociale (assicurazione europea contro la disoccupazione, idea tabù nel suo stesso partito, salario minimo, programma speciale per l’infanzia) ma anche sugli aspetti economici (difendere tutti gli spazi di flessibilità per gli stati membri e rilanciare gli investimenti, lotta all’evasione fiscale dei giganti del web), immigrazione (rilanciare il superamento del trattato di Dublino, rafforzare le operazioni di salvataggio e la solidarietà tra paesi membri) e rispetto dello Stato di Diritto.
Il discorso deciso, chiaro e fortemente europeista pronunciato in aula ha sottolineato ancora una volta tutti questi aspetti, sollevando le proteste dei gruppi sovranisti, e convincendo invece la maggioranza dei democratici, dei liberali e dei popolari.
Questa presa di posizione della VDL ha messo in grande imbarazzo gli europarlamentari leghisti che, se in un primo momento avevano annunciato un voto favorevole (sperando così di poter negoziare meglio la poltrona da Commissario europeo), una volta che si sono accorti che non tirava aria, hanno virato fino ad arrivare con mille peripezie e arrampicate sugli specchi ad un voto contrario, trovandosi così isolati all’interno del Parlamento Europeo e del loro stesso gruppo. I Cinque Stelle invece, quelli che volevano fare il Referendum per uscire dall’euro, si sono scoperti europeisti e l’hanno votata senza riserve.
Ursula Von Der Leyen è così diventata presidente della Commissione Europea ottenendo 383 voti favorevoli. Una maggioranza non larghissima, ma che impegnerà ancora di più la nuova Presidente a mantenere le promesse fatte al parlamento Europeo e ai gruppi che l’hanno sostenuta.