spero abbiate passato una Buona Pasqua. Una Pasqua insolita, una Pasqua che definirei di riflessione e di attesa. L’attesa di poter tornare presto ad abbracciare i nostri cari e i nostri amici, a rivedere e a rivivere il mondo che ci circonda.
Dall’inizio della crisi legata al Covid-19 le attività sul fronte europeo non si sono fermate, anzi, si sono intensificate. Di seguito provo a sintetizzare ciò che è stato fatto, cosa sta accadendo in questi giorni e quali sono i prossimi passi fornendo link a video e documenti che spero siano utili. Per chi fosse interessato a seguire gli sviluppi, può trovarli sulla mia pagina Facebook, che aggiorno pressoché quotidianamente.
Cosa hanno fatto fino ad oggi le Istituzioni Europee
Fino ad oggi le Istituzioni Europee hanno risposto mettendo in campo tutti gli strumenti a loro disposizione: la Banca Centrale Europea ha messo in campo un Quantitative Easing potentissimo che sta sostenendo molto l’acquisto di titoli italiani; la Commissione ha rivisto e allentato tutte le regole esistenti per dare flessibilità e margini di azione agli Stati, ha mobilitato tutte le risorse rimanenti nel Bilancio, ha sbloccato i flussi di beni dentro il mercato interno per far arrivare tutte le forniture mediche dagli altri paesi europei, e ha proposto l’adozione di nuovi strumenti come il meccanismo SURE per sostenere le spese legate al sostegno dell’occupazione degli Stati membri. Per far capire meglio le decisioni di questi mesi, ho preparato un documento che elenca in ordine cronologico tutti i principali interventi delle Istituzioni Europee da fine Gennaio. Sono molte decisioni, atti, interventi, che fanno capire che le Istituzioni non sono state certo con le mani in mano.
Le Istituzioni europee hanno utilizzato tutti gli strumenti esistenti, ora è il momento di fare un passo in avanti e dotare l’Unione Europea di nuovi strumenti, più potenti – la Commissione ha proposto il Fondo SURE, la BEI un potenziamento del suo intervento per le imprese, la Francia e l’Italia hanno proposto un Recovery Plan, ma per essere varati hanno bisogno dell’accordo tra gli Stati Membri. Per questo l’Eurogruppo del 7-9 Aprile è stato così importante e ancora di più lo sarà il Consiglio del 23 Aprile. L’accordo raggiunto nell’Eurogruppo include un pacchetto di quattro misure, tre già definite (linea di credito per le spese sanitarie senza condizionalità dentro il MES + Fondo SURE della Commissione per sostenere le spese di ammortizzatori sociali degli Stati che ne facciano richiesta + potenziamento della BEI per sostenere le imprese e gli investimenti privati) e un quarto strumento, il “Recovery Fund” i cui dettagli dovranno essere definiti dal Consiglio del 23 Aprile. Su questo accordo si è detto molto in questi giorni. Per quel che mi riguarda ho avuto modo di chiarire alcuni punti in questa intervista a Rainews oltre ad averne scritto in questo breve post su Facebook, che potrete leggere anche sul mio sito web. Sullo stesso tema il 12 Aprile è uscita anche questa mia intervista per La Stampa.
Come Chair della Commissione ECON ho chiesto fin dall’inizio, anche quando molte delegazioni sostenevano che si trattasse solo di un problema sanitario italiano, che la Commissione diventasse un luogo di confronto e discussione sull’impatto economico della crisi a livello europeo. Abbiamo così attivato da subito una serie di audizioni (in videoconferenza) con tutti i Presidenti delle principali istituzioni economiche europee, i membri della Commissione coinvolti, i Ministri delle Finanze dei principali paesi (ancora in corso). Adesso stiamo preparando dei panel di discussione con esperti e accademici che ci daranno ulteriori elementi. Ho inoltre dato mandato di preparare (e aggiornare costantemente) dei documenti che raccogliessero informazioni sulle politiche adottata da tutti gli Stati Membri, oltre a documenti che potessero raccogliere paper, idee e proposte provenienti dal mondo dell’accademia e della ricerca. Qui potrete trovare la lista delle audizioni effettuate e i link ai documenti prodotti.
Sul fronte del Parlamento Europeo stiamo lavorando ad una risoluzione che verrà votata il 16 Aprile e che darà indicazioni importanti alla Commissione e agli Stati membri, di cui non potranno non tener conto al Consiglio del 23 Aprile. In Parlamento abbiamo avuto (e stiamo ancora avendo) un’intensa negoziazione politica perché, come potete immaginare, ci sono orientamenti diversi tra i gruppi politici e a volte anche tra le delegazioni dentro ai gruppi politici. In sintesi: ci sono gruppi, come quello dei Socialisti e Democratici (S&D) a cui appartengo, che ormai sono compatti per una forte solidarietà europea e chiedono gli Eurobond, altri gruppi che sono totalmente contrari a qualsiasi forma di solidarietà europea, come il gruppo ECR (cui appartiene Fratelli d’Itala) e ID (cui appartiene la Lega), altri gruppi invece, come i Liberali (cui appartiene IV) e i Popolari (cui appartiene Forza Italia), che sono spaccati al loro interno, con alcune delegazioni (come quelle italiane e spagnole) che spingono fortemente in una direzione più solidale, altre più restie. In queste settimane il lavoro politico della delegazione PD e degli S&D è stato ed è quello di riuscire a convincere più gruppi possibile a convergere su proposte forti ed incisive, agevolando così anche un accordo a livello di Consiglio. Ci stiamo attivando tutti su questo fronte, cercando di costruire alleanze trasversali e trovare formulazioni vincenti. Vedremo il 16 Aprile, quando ci saranno le votazioni in plenaria, come andrà a finire.
Il 16 Aprile verrà votata la risoluzione del Parlamento e poi il Consiglio del 23 Aprile, in cui si definiranno i dettagli del Recovery Fund: ampiezza di intervento, potenza in termini di risorse, modalità di finanziamento etc. Tutti speriamo che si possa portare a casa un risultato importante all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte.
Ma se anche i risultati non fossero quelli che noi ci aspettiamo, io non penso che dovrà essere un motivo per far saltare il tavolo e considerarsi sconfitti.
Dobbiamo essere consapevoli che sarà una crisi lunga, che vedrà molte fasi e molti altri incontri, dibattiti, negoziazioni. Potremo affrontarla solo se siamo in grado di mantenere lucidità e continuare a lottare. Per usare una metafora calcistica: l’Italia ha giocato una bella partita finora, sempre in pressing e facendo squadra, costruendo una rete di alleanze preziosa, rilanciando la palla sempre un metro più avanti.
Una partita inimmaginabile un anno fa, quando il Governo precedente aveva volontariamente isolato l’Italia dal resto d’Europa. Adesso dobbiamo andare avanti così: continuare il pressing tenendo unita la squadra. Se non ci arrendiamo, possiamo farcela!