RECOVERY PLAN: UN GRANDE PASSO IN AVANTI
Mercoledì scorso la Commissione ha presentato il suo Recovery Plan. Un programma coraggioso che ha lasciato spiazzati sovranisti ed euroscettici, che mai avrebbero immaginato una risposta di questa portata. Un piano che ha spiazzato persino gli osservatori internazionali, abituati ad immaginare un’Europa debole e divisa, e che invece si sono ritrovati un’Europa che, almeno fino ad ora, ha mostrato grande determinazione e unità. Ho avuto modo di constatarlo dalle domande quasi incredule della giornalista della CNN che mi ha intervistato giovedì scorso. Qua un estratto video dell’intervista con la CNN.
Tornando al Recovery Plan: è un piano molto articolato che molti non hanno ancora ben compreso in tutte le sue azioni, strumenti ed implicazioni. Per questo motivo ho preparato una scheda informativa in cui ho cercato di riassumere sinteticamente i punti salienti della proposta della Commissione (che tuttavia deve ancora passare il vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio) che potrete trovare qui. Nella pagina della Commissione Europea potrete trovare tutti i documenti ufficiali sul Piano.
ADESSO TOCCA A NOI.
Ma un grande passo in avanti è stato fatto e alla solidarietà europea adesso deve corrispondere una responsabilità nazionale: tocca all’Italia adesso delineare un piano di ripresa su cui far convergere risorse e programmi europei. Si tratta di identificare progetti, investimenti, ma anche interventi strutturali su come funziona la nostra macchina statale. Non potremo avere una ripresa sostenuta e sostenibile senza mettere mano ad alcuni nodi e riforme strutturali che questo Paese attende da anni, e non perché “ce lo chiede l’Europa” ma perché è necessario per noi, per il nostro futuro. Sarà quindi importante selezionare delle priorità su cui intervenire approfittando anche del grande piano europeo. Ne ho parlato in questa intervista al Sole24h e in una intervista alla trasmissione La Bussola su Rainews24.
IL NODO “TEMPO”.
Un’ultima riflessione riguarda la tempistica, che è forse la parte più critica: sappiamo bene che questo piano richiederà tempo per essere approvato in tutti i suoi aspetti sia dal Parlamento che dal Consiglio e d’altronde il nuovo Bilancio Europeo partirà da Gennaio 2021. Ma è possibile che noi avremo bisogno di nuove risorse questo autunno. Molti sperano in un “ponte”, una anticipazione di bilancio. Ma non dimentichiamo che l’Unione Europea in questi mesi ha già messo sul tavolo degli strumenti che potrebbero essere già utilizzati, magari anche solo parzialmente, quest’autunno: il MES sanitario senza condizionalità, il programma SURE per gli ammortizzatori sociali, il programma della Banca Europea per gli Investimenti. Ho avuto modo di parlarne in una intervista a Tgcom24.
LA SAGA MES: UN APPROFONDIMENTO.
Tuttavia il dibattito italiano su questi strumenti è ancora improntato a retaggi e schermaglie politiche che poco hanno a che fare con una pianificazione serena e razionale delle risorse e degli strumenti. Soprattutto sul MES. Nonostante l’accordo dell’Eurogruppo e i documenti della Commissione e del Consiglio che hanno messo nero su bianco tutte le nuove regole del “MES sanitario”, le polemiche (e la confusione) hanno continuato a regnare nel dibattito. Per cercare di chiarire ogni dubbio e comprendere meglio i dettagli di questo accordo, ho preparato una piccola “Guida in 10 Domande e Risposte”e un articolo pubblicato dal Sole24ore.
LE ATTIVITA’ DELLA COMMISSIONE ECON.
In tutto questo la Commissione ECON che presiedo ha continuato a lavorare a ritmi serrati e chiamando in audizione tutti i principali attori delle istituzioni economiche europee. In questa settimana abbiamo sentito la Commissaria Vestager, con la quale abbiamo affrontato il tema del nuovo quadro di regole sugli aiuti di stato (un tema trascurato in Italia, su cui ho scritto questo articolo), e i Commissari Dombrovskis, Gentiloni e Schmit con i quali abbiamo approfondito il Recovery Plan. Tutti i lavori, gli atti e le audizioni della Commissione ECON possono essere trovati sul suo sito.