Lo strumento di Ripresa e Resilienza non è soltanto un modo per affrontare gli effetti del Covid, ma un grande passo in avanti verso un’Unione più stretta e profonda.
È uno strumento che si affianca all’azione della Banca Centrale Europea e in parte sopperisce alla mancanza di una vera a propria unione fiscale nell’Unione.
Tuttavia, sarebbe un errore pensare che questo strumento sia la fine del nostro percorso. Al contrario, questo è solo l’inizio. Una piena ripresa richiederà tempo, energia, impegno e un grande senso di responsabilità.
Per essere incisivi, dovremo essere capaci di nuove forme di dialogo e scambio, di solidarietà e comprensione reciproca.
Ora più che mai è evidente che rimanere ancorati a una prospettiva esclusivamente nazionale sulle politiche economiche e di bilancio è non soltanto pretenzioso, ma anche miope e inefficiente.
È necessario un approccio europeo per promuovere la coesione territoriale, combattere le diseguaglianze sociali e supportare misure dedicate alla prossima generazione di Europei.
Come Parlamento nei prossimi anni vigileremo affinché la Commissione svolga correttamente i suoi compiti, e perché lo strumento di Ripresa raggiunga i suoi obiettivi, specialmente in termini di trasformazione digitale e ambientale, impatto sociale e politiche per le future generazioni che abbiamo voluto per l’Unione Europea.
Non sarà facile. Ci saranno ostacoli nel cammino e spinte divisive saranno sempre dietro l’angolo, l’abbiamo visto anche nel dibattito di questa mattina. Per questo faccio appello ai miei colleghi.
Abbiamo creato uno strumento potente per l’unità e la solidarietà. Ora è nostra responsabilità fare in modo che ciò che è stato concepito per unirci non finisca per dividerci.