Oggi durante l’esame del decreto D’Alia sulla Pubblica Amministrazione, la Camera ha respinto un mio emendmento che voleva evitare il blocco dei concorsi fino al 2016. Il collega Enrico Zanetti ha ben descritto il senso dell’emendamento e di quel che è accaduto in Aula:
Stamattina, durante l’esame del decreto D’Alia, la Camera ha respinto un emendamento di Irene Tinagli che avrebbe scongiurato il blocco dei concorsi nella pubblica amministrazione fino al 2016. La ragione è che ci sono da smaltire i vincitori (giusto) e gli idonei (che però non hanno vinto, e che sapevano bene di essere “riservisti” a tempo determinato, mentre in questi anni si sono spesso prorogate le graduatorie). I sindacati festeggiano, il Pd ha votato insieme a Sel e rivendica di avere difeso gli idonei. Io non festeggerei molto, perché tutto ha un prezzo: senza questo emendamento, il prezzo è l’impossibilità per i neolaureati (magari di capacità eccezionali) di provarci fino al 2016. Parliamo spesso di merito, di generazione perduta. Ma poi, al dunque, eccoci qui.